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Scena del Crimine

In totale sono stati pubblicati 16 articoli nella sezione “Scena del Crimine”, di seguito elencati dal più recente:

 

The Directional Pattern Analysis of offender’s action
di Domingo Magliocca (n.III_MMXXI)
The paper introduce the Directional Pattern Analysis of the offender’s activities as part of Geographical Crime Scene Investigation. The spatial directional pattern of the offender is the possible tendency of the perpetretor to commit crimes in places that are located in the same direction as his possible anchor point or home base. Practical implications for criminal investigation and geographical offender profiling are discussed.
From Crime Scene to Courtroom: The Murder Room
by Laura G. Pettler (N. I_MMXXI)
Death investigation can be a very complicated process. Without the selection and implementation of a proven death investigation method, it is arguable that the risk of failure increased exponentially. And because selected investigatory system determines the investigatory outcome, the quality, the breadth and depth, and success of death investigations are a reflection of the education, training, and experience of the investigator combined with selection and implementation of death investigation method.
Classifying Staging Behavior in Homicide Cases: An Investigatory Taxonomy
by Laura G. Pettler (N. III_MMXXI)
The story of Jacob and Joseph from Genesis 37 shows that people have been trying to get away with violent crimes against others since ancient times. However, though there are numerous empirical and anecdotal historical references about staging death scenes, they pale in comparison to the number of available references for other subjects in death investigation and forensic science. Until the past two decades at best, the phenomenon of “crime scene” staging has received relatively no attention by the criminological or law enforcement community. While some notable authors have mentioned staging or written about staging within the body of their works, the phenomenon specifically of crime scene staging behavior has gone profoundly under-researched. And additionally, still today empirical examination of staged death scenes is virtually uncharted territory.
Il sopralluogo criminologico sulla “scena geografica del crimine”
di Domingo Magliocca (n.IV_MMXX)
L’articolo introduce il sopralluogo criminologico del luogo del reato, il suo rapporto con una struttura geospaziale che abbiamo definito «scena geografica del crimine» e con il Geographic Profiling. Il sopralluogo criminologico si differenzia dal sopralluogo tecnico-giudiziario per l’oggetto di ricerca. Il sopralluogo tecnico-giudiziario ricostruisce la dinamica oggettiva del delitto tramite la “fissazione” delle tracce di reato; il sopralluogo criminologico è un’attenta osservazione incrociata effettuata sia attraverso l’esame accurato del dato criminalistico e del suo valore intrinseco e sia mediante la ricerca del valore estrinseco delle tracce forensi presenti sul luogo del reato, finalizzata a scorgere il significato meno evidente del crimine.
La valutazione criminologica del rischio di recidiva ed il rischio giuridico nelle indagini preliminari dei casi di stalking
di Domingo Magliocca (N. II_MMXVIII)
Il “Codice Rosso” è un pacchetto di norme contenute nel disegno di legge approvato il 28 novembre 2018 dal Consiglio dei Ministri volte a contrastare il fenomeno del femminicidio, ad accelerare lo svolgimento delle indagini per adottare in breve tempo misure cautelari nei confronti dell’autore del reato e provvedimenti protettivi a tutela delle vittime di atti persecutori, maltrattamenti in famiglia, aggressioni sessuali. Dal 2009 - anno in cui è stato introdotto il reato previsto dall’art. 612 bis c.p. - sono state emanate molteplici misure per fronteggiare il fenomeno, ma il numero dei femminicidi non accenna a diminuire. Sarebbe il caso di indagare anche su aspetti del fenomeno non di matrice esclusivamente giuridica e di ricorrere a “saperi” ausiliari per una valutazione corretta del rischio di violenza.
APPROCCIO PRATICO DELL’ENTOMOLOGIA
di Teresa Bonacci (N. IV_MMXVIII)
L’entomologia forense si occupa di quelle specie di insetti e artropodi coinvolti nelle controversie civili e penali e/o che infestano l’ambiente umano. Nello specifico, l’entomologia medico-legale, si occupa dello studio degli artropodi/insetti associati ai cadaveri ed ha come obiettivo principale quello di determinare l’epoca della morte. L’applicazione del metodo entomologico permette, in casi anche molto datati, di definire se un corpo è stato spostato o meno dopo la morte, quindi, se il luogo di ritrovamento dello stesso coincide con quello in cui la morte è avvenuta. Le indagini entomologiche forensi permettono inoltre di comprendere eventuali occultamenti o tentativi di distruzione del corpo dopo la morte non solo, quindi finalizzate alla stima dell’epoca del decesso, fermo restando che per questa finalità ritorna il connubio dell’osservazione del soma, dell’ambiente ed il lavorare in combinazione con l’anatomopatologo.
Il fotosegnalamento: prassi ed obblighi giuridici
di Silvestro Marascio (N. IV_MMXVII)
Per fotosegnalamento si intende la prassi svolta dalle Forze dell’Ordine nell’acquisre le impronte papillari, digitali o palmari, al soggetto nei cui confronti si trovano ad operare, unitamente alla fotografia, ai dati anagrafici e descrittivi. Le impronte papillari rappresentano, unitamente al DNA, uno degli strumenti investigativi maggiormente noti per giungere all’identificazione di un individuo.
L’INTERPRETAZIONE DELLE EMOZIONI PER IL CRIMINOLOGO SULLA SCENA DEL CRIMINE
di Ana Isabel Peris Mendoza (N. I_MMXVII)
Sulla base del principio di Locard, quando un criminale interagisce con una vittima, i due hanno elementi che vengono trasferiti dall’aggressore alla vittima e viceversa. Tuttavia, non dobbiamo solo osservare gli indizi fisici. È importante tenere conto di quelle emozioni che le prove possono trasmettere e saranno fondamentali per la futura ipotesi di un profilo criminale del criminologo.
Sistemi “point of care” per le indagini genetiche in ambito forense
di Sabrina Conoci, Salvatore Petralia, Francesco Rundo, Sebastiano Battiato (N. I_MMXVII)
Un’attenta disamina dei processi penali più recenti (alcuni dei quali divenuti “mediatici”) ha evidenziato il ruolo dirompente dell’analisi genetica e bio-molecolare nelle indagini investigative eseguite dagli inquirenti. Quando viene richiesta la repertazione di campioni biologici, le procedure adottate per il campionamento e successiva analisi delle tracce, devono rispettare standard di altissimo rigore scientifico grazie ai quali è poi possibile garantire l’accuratezza, la ripetibilità e l’assenza di contaminazione dovuta ad una non conforme procedura di repertazione o ad una errata catena di custodia del reperto. Nell’articolo che segue, gli autori illustreranno le potenzialità dei sistemi c.d. “Point of Care”(PoC) genetici” sia in riferimento all’indagine genetica in ambito forense che, in generale, come strumento per l’analisi in loco di reperti biologici rinvenuti nella scena di un crimine. Il “PoC genetico” può essere definito come sistema in grado di eseguire il processo diagnostico sample-in-answer-out senza intervento di un complesso laboratorio analitico. Esso è costituito in concreto dalla combinazione tra un sistema di detezione per il riconoscimento della composizione genetica e bio-molecolare del campione, da un sistema di trasduzione ottica od elettrica del segnale e da un sistema di post-processing dei dati, che si avvale di algortimi di interpretazione “immediata” delle rilevazioni acquisite, le quali produrrano in concreto report sulla profilazione del DNA campionato.
Il geographic profiling (III parte)
di Domingo Magliocca (N. IV_MMXVI)
Determinare l’area dove un offender risiede e fissare tale risultato su una mappa. Questo approccio, in ambito investigativo, è conosciuto come Geographic Profiling. Infatti, l’obiettivo del geographic profiling è delimitare un’area geografica quale probabile luogo di residenza del reo, autore di una serie di crimini. Prima Parte: Introduzione, 1) Il Geographic Profiling, 2) Le mappe mentali. Seconda Parte 3) La Legge di decadimento della distanza, 4) L’ipotesi circolare di David Canter, 5) Il processo di costruzione del profilo geografico criminale. Terza parte: (in questo numero): 6) Un’ipotesi di lavoro: Geographic profiling case report de “I delitti del Mostro di Firenze”, 6.1) Il caso, 6.2) L’analisi, 7) Conclusioni.
Conflict > Resolution > Benefit theoty of Intimicide and IIndentifying Staging in Intimide Cases
by Laura G. Pettler (N. IV_MMXVI)
The most dangerous phrase in homicide and crime scene investigation is “because we’ve always done it this way.” And nothing cripples a death investigation faster than failing to consider alternatives. Keeping an open mind, starting the investigation where the investigation actually starts, reaching out to others for ideas, partnership, and additional resources, many investigatory obstacles can be overcome. Homicide investigation today has shifted to becoming victim-centered. In decades past, the suspect-centered paradigm was the norm, largely leaving out much of the vital information about person everyone is rallying for and the reason for why the case exists in the first place…the death of the victim.
Il geographic profiling (II parte)
di Domingo Magliocca (N. III_MMXVI)
Determinare l’area dove un offender risiede e fissare tale risultato su una mappa. Questo approccio, in ambito investigativo, è conosciuto come Geographic Profiling. Infatti, l’obiettivo del geographic profiling è delimitare un’area geografica quale probabile luogo di residenza del reo, autore di una serie di crimini. Prima Parte: Introduzione, 1) Il Geographic Profiling, 2) Le mappe mentali. Seconda Parte (in questo numero): 3) La Legge di decadimento della distanza, 4) L’ipotesi circolare di David Canter, 5) Il processo di costruzione del profilo geografico criminale. Terza parte: 6) Un’ipotesi di lavoro: Geographic profiling case report de “I delitti del Mostro di Firenze”, 6.1) Il caso, 6.2) L’analisi, 7) Conclusioni.
Il geographic profiling (I parte)
di Domingo Magliocca (N. II_MMXVI)
Determinare l’area dove un offender risiede e fissare tale risultato su una mappa. Questo approccio, in ambito investigativo, è conosciuto come Geographic Profiling. Infatti, l’obiettivo del geographic profiling è delimitare un’area geografica quale probabile luogo di residenza del reo, autore di una serie di crimini. Prima Parte (in questo numero): Introduzione, 1) Il Geographic Profiling, 2) Le mappe mentali. Seconda Parte: 3) La Legge di decadimento della distanza, 4) L’ipotesi circolare di David Canter, 5) Il processo di costruzione del profilo geografico criminale. Terza parte: 6) Un’ipotesi di lavoro: Geographic profiling case report de “I delitti del Mostro di Firenze”, 6.1) Il caso, 6.2) L’analisi, 7) Conclusioni.
Utilità delle impronte papillari per l’identificazione personale
di Silvestro Marascio (N. II_MMXVI)
Tribunale di Milano, Ufficio del GIP, sentenza n. 12380 del 18 giugno 2015 e depositata il 27 novembre 2015. Con la sentenza pronunciata nel giugno 2015 viene prosciolto dall’accusa di rapina un giovane calabrese, ricondotto al reato di cui è accusato da un’impronta digitale, repertata su uno scooter utilizzato per la rapina, e da una tipica espressione dialettale udita dagli astanti durante il fatto (i rapinatori erano travisati). Il GIP non ha ritenuto le fonti di prova utili per addivenire ad una sentenza di condanna “oltre ogni ragionevole dubbio” utilizzando per le proprie motivazioni il “teorema di Bayes”.
DIALOGO E CONFRONTO TRA PM E OPERATORI DI POLIZIA NELLE INDAGINI TECNICO-SCIENTIFICHE
di Walter Riccitelli (N. III_MMXV)
Il presente intervento costituisce un’estensione di quello pubblicato nel precedente numero, trattando delle problematiche relative al dialogo tra Autorità Giudiziaria e Polizia Giudiziaria una volta che è cessata l’emergenza relativa alla gestione della scena del crimine e si avvia l’esame delle tracce e dei reperti in essa rinvenuti, per ricostruire la dinamica dei fatti e la successiva attribuzione delle responsabilità.
SOPRALLUOGO E REPERTAMENTO: COORDINAMENTO TRA IL COMANDO OPERANTE E L’ORGANO TECNICO SPECIALIZZATO
di Walter Riccitelli (n.II_MMXV)
Corretta acquisizione delle prove tramite sopralluogo e repertamento da parte degli organi di Polizia: il primo intervento, le problematiche tecniche e procedurali, quando e come far intervenire il RIS/Polizia Scientifica. Difficoltà nel coordinamento tra il comando operante e l’organo tecnico specializzato.

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