CanonicoFaustino DeGregorioIV_MMXIII

DIRITTI FONDAMENTALI E LIBERTÀ RELIGIOSA ALLE SOGLIE DEL TERZO MILLENNIO

di Faustino De Gregorio

Abstract

Non dovrebbero esistere cataloghi predefiniti dei diritti fondamentali in quanto, detti diritti, sono quelli che appartengono a tutti gli uomini a prescindere dalle inclinazioni fideistiche professate o affatto professate. Ciò su cui riflettere è il significato che gli uomini, ma anche le istituzioni, sia esse laiche o religiose, danno all’attività umana nella società multietnica e multireligiosa del nostro tempo.

[dropcaps style=”fancy”]A[/dropcaps]gli studenti, particolarmente numerosi, che frequentano il corso di diritto ecclesiastico, ho voluto ricordare che la “conoscenza” porta alla “comprensione” che a sua volta considera la “tolleranza” intesa come sentimento verso chi ha opinioni diverse: che è quello che noi oggi definiamo “pluralismo religioso”.
Gli ultimi tempi sono stati caratterizzati da un crescente benessere comunemente definito società di consumi, da indurre mass media e sociologi a pronosticare che saremmo andati incontro ad una società secolare che non avrebbe in alcun modo avuto riguardo dei valori religiosi, salvo ricredersi sulla circostanza che tutto questo benessere, dovuto alla forte crisi economica globale, è andato via via scemando.

Facciamo allora, un passo indietro e, restando nel campo della opzione fideistica, specifichiamo che la religione è “un complesso di verità, di doveri, di riti ordinati ad onorare una divinità; abituale inclinazione dell’uomo verso la divinità, mediante l’accettazione del complesso dogmatico, morale, ritualistico ordinato al riconoscimento dell’eccellenza e del dominio supremo della divinità”. Dalla seconda metà del secolo XVII diventa possibile concepire la religione come un sistema ben distinto dalla politica, dal diritto, dalla economia, dalla scienza e dalla educazione, sino a quando Montesquieu sente la necessità di ulteriormente specificare, distinguendo tra una religione “vera” da una religione “utile” con ciò intendendo a seconda della congruenza o meno di credenze e culti in relazione al carattere specifico della cultura propria di un popolo.

Si è avvertita dunque l’esigenza di avviare uno studio comparativo delle religioni diverse, ovviamente, tra loro e, per questo, esaminate anche sotto il profilo propriamente culturale, con la conseguenza che si è iniziato ad incamerare un enorme materiale di conoscenze che, già verso la fine del secolo XIX, è stato incluso nel quadro di una vera e propria “scienza della religione”. Non può lasciare indifferenti, lo ribadiamo, in un mondo caratterizzato dalle libertà, dal consumismo, da un certo benessere, un ritorno forte alla fede, al mistico inteso come modalità più vicina alla ortodossia tout court. Insomma, tracciare una storia delle religioni vorrebbe dire occuparsi dell’origine e della diffusione del Cristianesimo, della storia e delle tradizioni proprie dell’Islam, della religione del popolo di Israele, l’Ebraismo, delle religioni dell’estremo Oriente il Buddismo, della spiritualità e tradizione propria dell’Induismo e, non potendo, in questa sede, trattare sulle peculiarità delle religioni appena ricordate, preme tuttavia evidenziare gli aspetti che hanno attinenza ai diritti fondamentali nella loro accezione più ampia.

E partendo proprio da quest’ultima osservazione, annotiamo che mai come in questi ultimi tempi nella Chiesa si è amplificato l’interesse per l’uomo non più inteso solo come fedele, bensì membro del Consortium, cioè al centro della società civile. Non senza ragione si rileva il carattere originario della questione della libertà religiosa per l’avvenire della convivenza sociale e del pluralismo politico nella società globalizzata; i fenomeni di intolleranza, di rifiuto delle differenze, di xenofobia, di etnocentrismo esclusivo, di nazionalismo, quando non di vero e proprio odio etnico e raziale, invece di essersi esauriti dopo l’allucinante lezione della Shoa, si allargano a macchia d’olio cibandosi, a torto o a ragione di succhi religiosi degenerati. Penso che allora, un grande passo avanti per capire le problematiche e i reali confini dei diritti fondamentali, sia stato quell’evento epocale, non solo per la Chiesa cattolica, che noi conosciamo essere il Concilio Vaticano II.

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