Cultura e SocietaGreta CorraoIII_MMXIV

LA SCOLARIZZAZIONE, SIGNIFICATO E PROBLEMI DELLA SCUOLA DEL DUEMILA (I parte)

di Greta Corrao

Prima parte (in questo numero): “Dalla scuola del passato alla scuola attuale”.
Seconda parte (nel numero successivo): “Il docente nel ruolo di orientatore nel processo di apprendimento per tutto l’arco della vita”.


 

Dalla scuola del passato alla scuola attuale
Sembrerebbe che nel parlare di scolarizzazione si possa esaustivamente fare riferimento ad un puro e semplice discorso di inserimento delle leve scolastiche in situazione di assolvimento del diritto-dovere all’istruzione. Va precisato, preliminarmente, che la scolarizzazione è un processo legato all’ambiente scolastico. È, infatti, quel processo attraverso il quale lo studente si inserisce proficuamente nelle dinamiche della scuola e aderisce alle sue finalità, collaborando attivamente per il loro raggiungimento. Essa inizia nel momento stesso in cui lo studente si immette nel mondo della scuola e continua per tutto il corso degli studi, anche se essa nella scuola secondaria generalmente viene considerata come un processo ormai ampiamente consolidato.

Si può parlare di scolarizzazione in Italia dal momento stesso in cui compare la scuola italiana e quindi con l’unità d’Italia, con la nascita di una scuola destinata a tutti i cittadini italiani. Non si può, però, non sottolineare il ruolo fondamentale avuto in epoche precedenti in tale ambito dalla Chiesa alla quale si deve riconoscere il merito di avere alfabetizzato non solo l’Italia ma tutta l’Europa.

Come dimenticare, infatti, (o non citare) il lavoro certosino dei monaci amanuensi che, con il crollo dell’impero romano, furono gli unici, durante il medioevo, ad adoperarsi per la conservazione e per la trasmissione del sapere? Come non considerare il lavoro svolto in tal senso dai monaci benedettini e dai loro colleghi presenti in tutta Europa e conoscitori del latino? Furono monaci anche gli educatori dei germani alla civiltà latina e fu sempre un monaco (Alcuino) l’organizzatore delle Scholae Palatinae e delle scuole dell’impero. Nei secoli successivi fu sempre la Chiesa a favorire la diffusione della cultura e anche le prime università furono sostenute dalla Chiesa che fornì loro ottimi insegnanti, sostegno economico e borse di studio per i meno abbienti.

Per inciso sembra opportuno ricordare che ad oltre centocinquanta anni dalla promulgazione, nel Regno di Sardegna, della prima legge sulla scuola (Legge Boncompagni, 1848) ancora oggi l’asse portante dell’organizzazione scolastica rimane legato ad alcuni principi affermati in quella legge. Infatti, come ricorda Faustino de Gregorio su “Italialaica”: «L’impianto didattico prevedeva la divisione in classi per anno di corso, la priorità alle discipline letterarie e classiche anche negli indirizzi tecnici, la svalutazione della scuola di base a favore di quella secondaria classica ed universitaria, gli orari rigidi e l’eliminazione di ogni attività che non fosse espressamente prevista dai programmi ufficiali del ministero». Quindi divisione in classi per anni di corso e orari rigidi sono tutt’oggi un retaggio di quella prima impostazione organizzativa.

Ciò nonostante, la scuola ha avuto profonde mutazioni nel corso degli anni ed è stata fortemente influenzata dall’orientamento delle forze politiche al governo. L’interesse del governo e i conseguenti interventi a favore della scuola hanno avuto alla base una serie di motivazioni non sempre facilmente individuabili: obiettivi politici (per permettere la partecipazione dei cittadini alla vita politica o per formare una élite capace di governare il paese), opportunità (la scuola come mezzo per influenzare e strumentalizzare le masse), non restare indietro nella competizione economica (tramite la scuola si fa in modo che i giovani abbiano le competenze che il mondo del lavoro richiede). Essendo la scolarizzazione legata intimamente alla scuola, il primo obiettivo che essa si è posta è stata l’alfabetizzazione e con la scolarizzazione di massa degli anni ’60 questo sembra un obiettivo ormai abbondantemente raggiunto.

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