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Educazione civica e ambiente: binomio della scuola del domani

di Pierpaolo Ianni[1], Cristina Levantesi[2], Dario Siggia[3]

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Salvare il pianeta è un monito che si sente ripetere da molto tempo. È diventato urgente educare i giovani al rispetto dell’ambiente insegnando loro un nuovo modo di vivere nel mondo. L’educazione alla sostenibilità pervade tutti gli aspetti della società civile ed ha bisogno di essere inserita in ogni sapere a cui accedono i nostri ragazzi.
Un programma di lavoro è stato stilato dall’ONU grazie all’approvazione, il 25 settembre 2015, dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: un piano di 17 obiettivi orientati all’azione globale rivolta alle persone, alla Terra e alla prosperità. L’educazione, quindi, assume un ruolo centrale come strumento di trasformazione sostenibile di ambiente, economia e società.
L’ONU ha posto in primo piano come agente di cambiamento l’educazione di qualità che costituisce infatti il quarto obiettivo dell’Agenda 2030: un vasto programma la cui realizzazione è considerata indispensabile per costruire una società più equa ed inclusiva e per promuovere occasioni di apprendimento continuo per tutti.

In particolare, è definito l’apprendimento dello sviluppo sostenibile non solo come ambiente naturale da proteggere, ma come spazio culturale di diritti e cittadinanza, come citato nel settimo sotto-obiettivo: “garantire che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, inclusi lo stile di vita sostenibile, i diritti umani, la parità di genere, la promozione di una cultura pacifica e non violenta, la cittadinanza globale e la valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”.
In molti Paesi dell’Unione Europea, l’educazione alla sostenibilità è parte delle attività curricolari della Scuola primaria e secondaria come area di apprendimento trasversale. Un modello avanzato è quello realizzato nel sistema educativo finlandese.
Anche l’Italia ha fatto sue le indicazioni delle Nazioni Unite in tema di educazione. A tal proposito, la legge 20 agosto 2019, n. 92 nei suoi principi afferma che: “l’educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e promuove la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri”. Ed in particolare si evidenzia che: “l’educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute e al benessere della persona”. Ciò premesso si pone anche in linea con la recente riforma dell’art 9 della Costituzione che ha esteso la tutela all’ambiente, alla biodiversità e agli ecosistemi, nell’interesse delle future generazioni.

Nello specifico, la legge n. 92/2019 ha introdotto l’obbligatorietà dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica nel sistema scolastico italiano, necessario per la pluralità degli obiettivi di apprendimento e di acquisizione di nuove competenze e, pertanto, rappresenta un’indicazione funzionale per creare un raccordo tra le diverse discipline e le esperienze di cittadinanza attiva. Infatti l’art. 3 della legge n. 92 definisce le linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che deve prendere in considerazione alcune tematiche fondamentali quali: la Costituzione, le istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; la storia della bandiera e dell’inno nazionale; l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; l’educazione alla cittadinanza digitale, gli elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro; l’educazione ambientale, lo sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; l’educazione alla legalità e al contrasto delle mafie, al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; la formazione di base in materia di protezione civile.
In tale contesto la tematica dell’educazione ambientale si presenta molto ampia. L’apprendimento avviene sia grazie alla teoria ed allo studio in classe, sia tramite esperienze extra-scolastiche, a partire dalla costruzione di reti – anche di durata pluriennale – con altri soggetti istituzionali, con il mondo del volontariato, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza attiva.
Un ruolo importante viene poi attribuito ai Comuni, che potranno promuovere iniziative in collaborazione con le scuole per insegnare il funzionamento delle amministrazioni locali e dei loro organi, la conoscenza storica del territorio e dell’ambiente circostante.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), in applicazione della Legge n. 92, ha adottato delle “Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica” divenuto obbligatorio dall’anno scolastico 2020/2021, invitando gli Istituti ad aggiornare i curricoli e l’attività di programmazione didattica nel primo e secondo ciclo di istruzione. Come previsto dalla legge all’insegnamento di educazione civica vanno dedicate almeno 33 ore per ciascun anno di corso, con la previsione di effettuare valutazioni periodiche.
Il MIM ha già attivato alcune iniziative per supportare i docenti nell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, tra le quali un sito dedicato: https://www.istruzione.it/educazione_civica/index.html nel quale ha messo a disposizione un nuovo portale con risorse, materiali utili e risposte a domande frequenti. La piattaforma è rivolta ai docenti e costituisce uno spazio virtuale dove approfondire concetti e metodologie e in futuro individuare buone pratiche sull’insegnamento dell’educazione civica e delle sue diverse componenti.
Altro progetto importante è quello del “Ministero Scuola 2030” che nasce dalla collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Documentazione e la Ricerca Educativa (Indire) e l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (AsviS). Tale progetto intende contribuire all’obiettivo dell’Agenda 2030 sull’Istruzione di qualità.
Infine, il MIM ha siglato diversi protocolli di intesa con varie istituzioni, tra cui l’Arma dei carabinieri, con l’obiettivo di porre in atto iniziative rivolte al mondo della scuola coinvolgendo gli stakeholder competenti.

[1] Dottore di Ricerca in Istituzioni e Politiche

[2] Storica

[3] Autore corrispondente – Dottore di Ricerca in Economia e Politica Agraria

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