Cristina ColomboFOCUSLaura Secchi

Drugs Online primi steps di approfondimento

di Cristina Colombo, Laura Secchi

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Introduzione

Lo sfruttamento del cyberspazio da parte del mercato delle droghe illecite, delle nuove sostanze psicoattive e di farmaci con principi attivi ad azione stupefacente utilizzati per usi illeciti, quale minaccia emergente per la salute pubblica e la sicurezza a livello nazionale, transnazionale e globale, induce ad interrogarsi sull’esigenza di adottare un approccio multidimensionale al fenomeno, che tenga conto dell’interconnessione e delle relazioni esistenti tra tutti i suoi aspetti. Conoscere gli elementi distintivi delle realtà tecnologiche, comprendere le caratteristiche delle mutate dinamiche sociali e criminali, comprese quelle della criminalità organizzata, e approfondire le diverse vulnerabilità delle potenziali vittime immerse in tale nuova dimensione sociale diviene allora la complessa conditio sine qua non per affrontare i rapidi e continui cambiamenti nelle rinnovate logiche di un’antica condotta deviante, con una prospettiva criminologica e vittimologica, per quanto possibile, predittiva.

 

 

Cyber-spaccio

Nel cyberspazio, realtà virtuale contraddistinta da a-territorialità, a-temporalità e dematerializzazione, inclusiva delle infrastrutture informatiche interconnesse, compresi hardwaresoftware, dati e utenti, nonché delle relazioni logiche stabilite tra essi[1], vengono garantiti l’accessibilità, l’ubiquità e l’anonimato degli utilizzatori i quali, nel dominio cibernetico, sono in grado di essere presenti “virtualmente” in più luoghi informatici, anche contestualmente, nonché di cogliere le tante e diverse opportunità che l’interazione di un ambiente privo di confini spazio-temporali offre.

Tale terreno facilita lo sviluppo di relazioni finalizzate a rendere concrete condotte materiali di natura commerciale, favorendo la crescita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nell’ambito del mercato legato alle c.d. “connessioni in chiaro” ma, allo stesso tempo, ne rende complesso il controllo e l’azione repressiva quando si concretizzano traffici illeciti, gestiti sempre più spesso dalla criminalità organizzata.[2]

Nel mercato illecito delle sostanze stupefacenti e psicotrope queste opportunità si traducono nella creazione di cyber-piazze di spaccio, soprattutto approfittando del dark web, pur prendendo atto che il solo accesso di per sé non costituisce un illecito. Per navigarvi si utilizzano motori di ricerca alternativi che garantiscono la non rintracciabilità dell’indirizzo IP del dispositivo. Il più conosciuto è il browser ToR (acronimo di The Onion Routher) la cui rete, costituita da server intermedi, è strutturata in modo da modificare continuamente ed automaticamente il percorso dei dati, il traffico cifrato è tale che solo chi riceve può possedere le chiavi di decrittazione per avervi accesso. Attraverso i browser si entra nei “supermercati dell’illecito”, i c.d. black market catalogati per argomento, dove è possibile acquistare illegalmente ogni sorta di sostanza stupefacente e psicotropa nonché farmaci con obbligo di prescrizione medica, completi di immagini fotografiche, di descrizioni quantitative e qualitative, degli eventuali effetti psicoattivi, nonché di consigli e di recensioni al pari delle piattaforme legali di e-commerce. Queste cyber piazze di spaccio, oltre a garantire l’anonimato della transazione grazie all’utilizzo delle criptovalute, hanno ampliato la forbice del sistema di ricerca: a quello tradizionale attivato dal consumatore, hanno affiancato la modalità tipica del commercio on line, ovverosia la profilazione che lo spacciatore può utilizzare per individuare e selezionare i consumatori.

Lawful Interception per gli Operatori di Tlc

Il buyer di sostanze stupefacenti è, infatti, presente non solo nei black market, ma anche nei social network, nei forum di discussione, nelle chat dei “virtual game”, ecc. Attraverso tali piattaforme il venditore ha la possibilità di accedere ad una moltitudine di informazioni, fornite spesso dallo stesso utente, da cui può desumere il profilo commerciale del potenziale acquirente. L’interazione successiva è finalizzata a carpirne la fiducia e, quindi, a proporre l’acquisto di sostanze stupefacenti e psicotrope, anche insinuando la loro non pericolosità e l’assenza di rischi di dipendenza.

La profilazione appare ancor più efficace se ci si riferisce a quella operata nell’ambito del sistema di laboratori clandestini gestiti solitamente da organizzazioni criminali transnazionali – nei quali operano veri e propri “chemical designer” specializzati nella creazione di nuove molecole con effetti psicoattivi – che si avvalgono di profiling elaborati per fidelizzare la vittima all’acquisto in rete. Vengono così non solo prodotte innumerevoli sostanze chimiche altamente tossiche e fortemente impattanti, vendute “on line” direttamente agli acquirenti e spedite a domicilio in tutto il mondo tramite i normali servizi postali o corrieri espresso, ma tali sostanze, per loro novità di sintesi, talvolta riescono anche ad aggirare i controlli degli Stati.

 

Cyber-traffico

La pianificazione strategica dei traffici di droga vede nell’uso della tecnologia una caratteristica fondamentale delle nuove organizzazioni criminali che “sfruttano la crittografia nelle comunicazioni in rete tra l’un l’altro, utilizzano gli strumenti offerti dal mondo digitale per raggiungere un ampio pubblico, per pubblicizzare merci illegali o per diffondere la disinformazione. Online viene svolta la maggior parte delle attività criminali”. [3]

Per contrastare queste azioni illecite sono state attivate diverse operazioni, ricordiamo solo per fare qualche esempio l’attività svolta dalle autorità giudiziarie e di contrasto francesi e olandesi, congiuntamente ad Europol ed Eurojust,[4]  condotta al fine di “smantellare EncroChat”, un sistema di messaggistica criptata diffusamente utilizzata dalle reti criminali[5] e la più recente operazione denominata Greenlight/Trojan Shild” del Federal Bureau of Investigation (FBI), svolta insieme alla polizia nazionale olandese (Politie) e all’autorità di polizia svedese (Polisen), in collaborazione con la Drug Enforcement Administration (DEA) degli Stati Uniti e altri 16 Paesi. L’operazione si è  conclusa nel 2021, con il sequestro, tra l’altro, di oltre 8 t di cocaina, 22 t di cannabis e resina di cannabis, 2 t di droghe sintetiche (amfetamine e metamfetamine), 6 t di precursori di droghe sintetiche e più di 48 milioni di dollari in valute /criptovalute in tutto il mondo, e la individuazione di oltre 300 organizzazioni criminali operanti in più di 100 Paesi, in grado di utilizzare dispositivi di comunicazione crittografata per gestire il traffico illecito di sostanze stupefacenti. [6]

Per fortuna si può dire che le condotte criminose afferenti al settore illecito delle sostanze stupefacenti e psicotrope non sono esenti da elementi di vulnerabilità. Va da sé che nella lotta al narcotraffico, di fronte allo sfruttamento della tecnologia per fini illeciti e all’integrazione politico-criminale dei gruppi che la gestiscono, le diverse autorità possono rispondere con azioni sinergiche e coordinate, incidendo proprio sugli elementi sensibili del rapporto domanda-offerta, nelle varie fasi della transazione economica illecita, compresa l’analisi dei flussi finanziari.

Basti pensare all’uso delle piattaforme di comunicazione crittografate end-to-end, indecifrabili in tutti i nodi della rete in quanto mantengono i dati criptati, de-crittografati solo localmente, sui dispositivi del mittente e del destinatario. L’accesso a tale tipo di comunicazioni presuppone l’accesso al dispositivo, ai codici di sblocco e l’effettuazione del backup su cloud. L’acquisizione di questi dati in sede di indagini penali è resa poi più ardua se si considera che le interazioni in rete possono avvenire mediante servizi che assolvono semplicemente la funzione di pass-through delle comunicazioni crittografate senza memorizzare i dati.

Tale impasse investigativa è però superabile con modalità diverse che fanno, ancora una volta, della tecnologia uno strumento incisivo. Tra i mezzi di ricerca della prova nelle indagini penali impiegabili – con decreto motivato del giudice per le indagini preliminari e, in via d’urgenza del pubblico ministero – per delitti concernenti sostanze stupefacenti e psicotrope, è stato ammesso il captatore informatico[7] la cui attività intercettiva nelle abitazioni/luoghi di privata dimora è purtuttavia subordinata al “fondato motivo di ritenere che in quei luoghi si stia svolgendo l’attività criminosa”. [8]

I profili di impiego del captatore informatico e l’utilizzabilità dei risultati probatori acquisiti tramite tali intercettazioni[9] sono oggi oggetto di un nervoso dibattito in sede dottrinale e giurisprudenziale che oscilla tra l’accertamento delle ipotesi delittuose ex art. 112 Cost. relativo al principio di obbligatorietà dell’azione penale, “l’inviolabilità del domicilio” ex art. 14 Cost., la cui violazione comporta l’applicazione dell’art. 615-ter c.p. penale rubricato “accesso abusivo ad un sistema informatico”, nonché il principio di segretezza della corrispondenza e di qualsiasi forma di comunicazione sancito dall’art. 15 Cost.[10]

Che si tratti di cyber traffico o di cyber spaccio, in un’ottica sia locale che globale, il controllo dei punti di ingresso delle droghe – con l’ausilio di una preventiva analisi dei rischi doganali e delle rotte – costituisce un elemento di notevole interesse per l’individuazione e la punizione dell’illecito. Se da una parte le frontiere marittime, terrestri ed aeree costituiscono hub strategici per il commercio di grandi quantitativi di droga che viaggiano tramite canali commerciali legali, il narcotraffico del web utilizza servizi postali o corrieri espresso e servizi di home delivery ai quali la sostanza è affidata a insaputa degli stessi, con l’indicazione di mittenti e destinatari fittizi. È in questi casi che la cooperazione, anche internazionale tra gli organismi deputati al controllo, catalizzata dell’utilizzo delle nuove tecnologie, rappresenta un efficace strumento nella lotta al narcotraffico soprattutto se applicato al monitoraggio di spedizioni nell’ambito di indagini mirate all’intercettazione di volumi medio-piccoli di sostanze stupefacenti, psicotrope e precursori.

 

Vulnerabilità vittimologica

È ormai certo che il tema del presenza di sostanze stupefacenti nel web[11] si ricollega, tra l’altro, alla posizione dei soggetti operanti come spacciatori e/o fruitori, ma è all’interno della seconda categoria che si ritrovano le vittime del traffico illecito.

Questi “luoghi” di spaccio in internet si caratterizzano per un alto grado di rischio, in particolare per le fasce giovanili, proditoriamente attenzionate dagli spacciatori. In effetti, se per gli adolescenti l’acquisto di droghe può costituire inizialmente solo un modo per fare esperienze stimolanti, per trasgredire o per ribellarsi, il rischio è che col tempo tale condotta possa assumere una posizione centrale nella quotidianità, trasformando l’uso in abuso, l’occasione in enslavement, soprattutto se si considerano proprio le nuove modalità di vendita sul mercato on line.

Non va poi dimenticato che siti e forum presenti nel web forniscono indicazioni dettagliate su come produrre sostanze con effetti psicotropi in modo artigianale, anche solo mescolando prodotti e sostanze presenti “in dispensa o nell’armadietto dei medicinali” – quindi potenzialmente nella disponibilità dei giovani – come farmaci di uso comune, detergenti per la pulizia della casa, bevande alcooliche, collutori, ecc.

Un ulteriore dato, quello riferito al consumo di sostanze stupefacenti della popolazione giovanile nel 2021[12], mostra come ammontino a circa 460 mila (18%) gli studenti tra i 15 i 19 anni che hanno assunto una sostanza psicoattiva illegale nel corso dell’anno di riferimento[13], come le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS[14]), diventate la frontiera nuova dei traffici illeciti di stupefacenti, siano la seconda tipologia più utilizzata – 77 mila[15] – e ancora come 44 mila giovani siano “poliutilizzatori”.

Interessante considerare, poi, che nell’ambito del Sistema Nazionale di Allerta Precoce (SNAP), durante l’anno 2021 le forze dell’ordine abbiano segnalato la continua disponibilità sul mercato illecito di un’ampia varietà di sostanze psicoattive […] caratterizzate da modalità di assunzione sempre più eterogenee anche grazie al continuo aggiornamento di nuove molecole[16].

La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), unità operativa di sistema dello SNAP, con funzioni di coordinamento delle forze di polizia per le finalità connesse alla riduzione dell’offerta di droghe, nell’evidenziare come le NPS rappresentino una grave minaccia per la salute pubblica[17], a partire dalla loro produzione – che non viene disciplinata dalle norme di sicurezza previste per la commercializzazione dei farmaci -, ha messo in luce come il consumatore, “quasi sempre giovanissimo, è una inconsapevole cavia che ne testa gli effetti, che possono essere nefasti[18]. Bisogna infatti considerare che, a differenza delle tradizionali droghe d’abuso, i cui aspetti farmaco-tossicologici sono conosciuti da tempo, le informazioni sul meccanismo d’azione, sulla tossicità e sugli effetti clinici a lungo termine sugli assuntori sono molto limitate.

Se si leggono tali dati unitamente a quelli relativi all’accessibilità a Internet, che nel 2021 è risultata estremamente elevata nella fascia di età fra i 15 e i 19 anni, e al tempo trascorso on line[19], ben si comprende come il salto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti dal “tu-per-tu” allo smercio sulla rete possa rappresentare un fattore di rischio di vittimizzazione per la popolazione giovanile.

Inoltre, la diffusione del consumo di sostanze stupefacenti, fenomeno complesso e profondamente radicato in alcune culture adolescenziali, potrebbe subire una notevole accelerazione anche solo attraverso l’uso del web, quale importante via d’accesso verso la devianza minorile[20].

In merito alle denunce penali per i cosiddetti reati droga-correlati, la DCSA ha, infatti, rilevato che il numero di minorenni segnalati all’Autorità Giudiziaria nel 2021 costituisce il 3,21% del totale dei denunciati a livello nazionale, con un aumento, rispetto all’anno precedente, del 4,65%[21].

Tra le operazioni antidroga concluse nel 2021, relative a minori particolarmente attivi nel commercio di sostanze attraverso i social network, si menzionano due indagini che hanno portato alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria di gruppi di ragazzi che acquistavano on line sostanze stupefacenti da destinare allo spaccio. La prima, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Assisi, ha visto protagonisti sei giovani fra i 16 e 17 anni, che acquistavano hashish, da destinare allo spaccio, attraverso la piattaforma social Instagram. La seconda, del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Siena e denominata dangerous market, ha portato alla denuncia di oltre 30 persone, di cui 21 minori, e alla segnalazione di 12 siti operanti nel dark web e 87 canali Telegram, ai quali risultavano iscritti oltre 420.000 utenti. L’indagine ha consentito l’individuazione di un gruppo di giovani, per lo più minorenni, che erano soliti incontrarsi su Telegram, luogo virtuale ove avviavano le contrattazioni e definivano le modalità di pagamento/consegna di stupefacenti. Inoltre, l’esame delle chat pregresse, “frequentate” da uno degli indagati, ha fatto emergere interazioni con ulteriori canali Telegram, contenenti link di accesso con siti e canali del dark web, destinati al commercio di stupefacenti.

 

Conclusioni

La Commissione europea, nel gennaio 2022, nel proporre la costituzione di un’Agenzia europea per le questioni relative agli stupefacenti con sede a Lisbona, in luogo dell’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT), tra l’altro, ha messo in risalto come il fenomeno degli stupefacenti sia basato sempre più “sull’ausilio della tecnologia, come è stato dimostrato ancora una volta durante la pandemia di COVID-19, quando è stato osservato un maggiore ricorso alle nuove tecnologie per facilitare la distribuzione della droga. Si stima che due terzi dell’offerta sui mercati della rete oscura siano connessi agli stupefacenti. Il commercio degli stupefacenti si avvale di diverse piattaforme, comprese le reti dei social media e le applicazioni mobili. Queste evoluzioni si rispecchiano nelle risposte al fenomeno degli stupefacenti, che vedono un incremento nell’uso delle applicazioni mobili e degli interventi di sanità digitale[22].

L’utilizzo di internet quale veicolo per lo spaccio e il traffico di sostanze stupefacenti ha aperto nuove frontiere investigative nel cyberspazio, dove la condotta criminale coinvolge e lambisce tanti attori[23] risultando ancor più mutevole e parcellizzata, sia nell’ambiente fisico sia in quello virtuale[24]. Di fronte ad uno scenario così complesso, la cui corsa evolutiva potrebbe trovare un ulteriore sfogo nella “conquista del metaverso”, l’approccio investigativo non può non contare su una preventiva strategia comune di contrasto, che valorizzi il fattore umano nel coordinamento e nella cooperazione internazionale e contemporaneamente investa le proprie risorse nell’innovazione tecnologica applicata trasversalmente al settore della comunicazione, all’ambito delle prove digitali – acquisizione, utilizzo, conservazione, analisi forense e scambio – al monitoraggio dei canali digitali e logistici nonché nella ricostruzione dei flussi finanziari illeciti, ed ancora nella ricerca scientifica, al fine di individuare soluzioni sostenibili, non solo rapide, ma anche in grado di adeguarsi flessibilmente anticipando i mutamenti del panorama criminale.


[1] Vedasi art. 2 lettera h) del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 gennaio 2013, Direttiva recante indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale, Gazzetta Ufficiale 19 marzo 2013, n. 66.

[2] F. Vigneri, I nuovi scenari criminali: introduzione al fenomeno del cybercrime, in SalvisJuribus.it.

[3] Relazione semestrale del Ministro dell’Interno al Parlamento. Direzione Investigativa Antimafia. Luglio-dicembre 2021

[4] SIC costituita – con la facilitazione di Eurojust- nell’aprile 2020 tra Francia e Paesi Bassi, con la partecipazione di Europol (Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto). Il telefono Encrochat garantiva agli acquirenti non solo la non tracciabilità, ma anche la discrezione dell’interfaccia crittografica, nascosta. I messaggi venivano automaticamente cancellati sul dispositivo del ricevente mentre, su quello del mittente la cancellazione poteva avvenire mediante l’inserimento di un pin dedicato. Qualora, invece, fosse stato inserito consecutivamente un pin errato il dispositivo avrebbe provveduto alla cancellazione immediata di tutti i dati, funzione quest’ultima utilizzabile anche a distanza (c.d. wiping).

[5] I dati comunicati, riguardanti esclusivamente i Paesi Bassi, contano il sequestro di 10 t di cocaina, 70 kg di eroina, 12 t di cannabis, 1,5 t di meth e 160 000 lt di un precursore utilizzato per produrre droghe sintetiche, nonché lo smantellamento di 19 laboratori per la sintesi di droghe. www.eurojust.europa.eu.

[6] Nel caso di specie l’App. ANOM, gestita dall’anonima società di facciata, era istallata su dispositivi mobili diffusi con “garanzia di perfetto anonimato” attraverso “influencer criminali” di comprovata levatura, tra le stesse fila criminali (in realtà presentavano una backdoor a favore dell’FBI). www.europol.europa.eu, www.american.edu.

[7] Art. 266 comma 2 e 2-bis introdotto con decreto legislativo n. 216 del 29 dicembre 2017, emanato dal Governo in attuazione della Legge delega 103/2017; software installato sul dispositivo, in genere da remoto, tecnicamente in grado di accedere a una moltitudine di dati (chat, SMS, elenco chiamate audio e video, cronologia della navigazione, geolocalizzazione tramite Global Positioning System, documenti memorizzati, accesso al cloud, ecc.) e di registrare telefonate, attivare la webcam o accedere alla posta elettronica inviata e ricevuta.

[8] Sempre consentita nei procedimenti per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti disciplinato all’art.74 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza.

[9] Scalfati A., Intercettazioni: spirito autoritario, propaganda e norma inutili, in Archivio penale, 2020, n. I, 1; Orlandi R., Usi investigativi dei cosiddetti captatori informatici. Criticità e inadeguatezza di una recente riforma, in Riv.it.dir.proc.pen, 2018, 531; Indovina B., I captatori informatici: una riforma troppo contenuta per uno strumento investigativo così pervasivo, in Rivista dei media, 2, 20018, medialaw.eu.

[10] Vedi anche Art. 8 Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Diritto al rispetto della vita privata e familiare “1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. 2. Non può esservi ingerenza della pubblica autorità nell’esercizio di tale diritto se non in quanto tale ingerenza sia prevista dalla legge e in quanto costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale, l’ordine pubblico, il benessere economico del paese, la prevenzione dei reati, la protezione della salute o della morale, o la protezione dei diritti e delle libertà altrui”; Colombo C. Breve excursus criminologico sul tema delle intercettazioni, in Rivista della Guardia di Finanza, 2020, 1587.

[11] Il “marketing online” consente di raggiungere infiniti potenziali acquirenti, molto spesso giovanissimi e non solo nel dark web, dove si diffonde il mercato illegale, ma pure nel web non indicizzato e nel web in chiaro.

[12]Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia anno 2022. Dipartimento per le Politiche Antidroga-Presidenza del Consiglio di Ministri.

[13] Il dato è in diminuzione dal 2017.

[14] La definizione di Nuova Sostanza Psicoattiva è offerta dall’art.1 della Decisione Quadro 2004/757/GAI del Consiglio del 25 ottobre 2004, come modificata dalla Direttiva (UE) 2017/2103 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 novembre 2017: “sostanza allo stato puro o contenuta in un preparato non contemplata dalla convenzione unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti del 1961, quale modificata dal protocollo del 1972, o dalla convenzione delle Nazioni Unite sulle sostanze psicotrope del 1971 ma che può presentare rischi sanitari o sociali analoghi a quelli presentati dalle sostanze contemplate da tali convenzioni”.

[15] Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia anno 2022. Dipartimento per le Politiche Antidroga-Presidenza del Consiglio di Ministri. Rispetto alla percezione del rischio il documento riporta che: “Se il 59,6% di tutti gli studenti ritiene rischioso provare NPS, tra gli utilizzatori nell’anno di tali sostanze questa percezione cala di 6 punti percentuali (53,6%)”. Analogo documento riferito all’anno precedente indica: “il 52% degli studenti ritiene che sia abbastanza o molto rischioso provare NPS”.

[16]Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia anno 2022. Dipartimento per le Politiche Antidroga-Presidenza del Consiglio di Ministri.

[17] In merito vedasi anche Sistema Nazionale di Allerta Precoce: il progetto contro la diffusione delle nuove sostanze psicoattive, AA.VV, “Suffragate dai dati provenienti dalle Forze dell’Ordine, tutte le evidenze oggi disponibili fanno supporre che l’allarme per l’epidemia da SARS-CoV-2 abbia agevolato la crescita della domanda di droga attraverso il web. Nel corso del primo semestre post lockdown (maggio-ottobre 2020) lo SNAP sulle droghe ha registrato un incremento significativo delle segnalazioni per i sequestri di NSP da parte delle Forze dell’Ordine e conseguentemente di intossicazioni da esse prodotte”. www.iss.it.

[18] Relazione annuale. Anno 2022. Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento delle Pubblica Sicurezza-Ministero dell’Interno. Vds anche le precedenti pubblicazioni (quinquennio 2021-2017) che hanno evidenziato per il dato in esame: nel 2020 un decremento del 29,01%; nel 2019 un aumento dello 0,16%; nel 2018 un calo del 6,73%; nel 2017 un decremento del 3,26%.

[19] Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Fisiologia Clinica. ESPAD®Italia 2021(studio di prevalenza sui consumi psicoattivi -sostanze legali e illegali- e altri comportamenti potenzialmente a rischio). Il 97% degli studenti ha affermato di possedere un device adatto alla navigazione su Internet e di averlo utilizzato per connettersi. Il 43,3% degli studenti ha affermato di essersi collegato mediamente più di 4 ore al giorno alla rete. “Emergono differenze relativamente alla quota di studenti utilizzatori di sostanze che navigano su Internet per oltre 4 ore al giorno: il 50,6% contro il 41,3% osservato fra i non consumatori e il 43,3% nel campione generale. Più nel dettaglio, la percentuale di quanti svolgono tutte le tipologie di attività analizzate nel questionario per un tempo superiore alle 4 ore risulta maggiore fra i consumatori di sostanze illegali rispetto ai non consumatori”. Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia anno 2022. DPA-PCDM.

[20] A titolo di esempio, la percentuale di coloro che hanno utilizzato almeno una sostanza illegale, esclusa la cannabis, risulta essere 4,5 volte maggiore fra chi ha messo in atto comportamenti fisicamente violenti rispetto a chi non lo ha fatto e 3,5 volte fra chi ha perpetrato atti violenti tramite device elettronici. Per quanto riguarda l’associazione fra cyberbullismo e consumo di sostanze psicoattive, se nel campione generale gli utilizzatori sono il 17,8%, fra le vittime questa percentuale sale al 26,4%, mentre fra gli autori arriva al 27,2%. Per quanto attiene il gioco d’azzardo in associazione con l’utilizzo di sostanze psicoattive, le percentuali di consumo risultano più elevate fra i giocatori, specialmente tra coloro che hanno riferito di aver giocato online: fra questi ultimi, infatti, la percentuale di quanti utilizzano cannabis e di quanti utilizzano almeno una sostanza illegale risulta circa doppia rispetto a quella osservata nel campione generale. Ibidem.

[21] Relazione annuale. Anno 2022. Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento delle Pubblica Sicurezza-Ministero dell’Interno.

[22] Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l’Agenzia. dell’Unione europea per le questioni relative agli stupefacenti. COM 2022 18 final. Consiglio dell’Unione Europea. 13 gennaio 2022.

[23] Nel sistema di produzione, vendita e distribuzione ci si riferisce, ad esempio a: sito web, host web, imprenditori nel web, internet service provider, servizi di corriere e di consegna, produttore, intermediari, destinatari intermedi e altri.

[24] A titolo esemplificativo, luoghi di origine della droga, di transito, di destinazione, di distribuzione, senza dimenticare quelli coinvolti nel flusso del denaro ecc.

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