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Documenti di fantasia o pseudo documenti come riconoscerli (II parte)

di Raoul De Michelis

Sul web possiamo trovare diversi siti che commercializzano documenti di vario genere. Dai pseudo passaporti fino alle patenti di guida e documenti di identità europea. Basta utilizzare qualsiasi motore di ricerca utilizzando i termini “fake id”, “international driving license”, identification documents, ecc… per essere catapultati in diversi di siti web che commercializzano documenti di ogni genere. Si va dai documenti d’identità a quelli di guida. Si trovano listini prezzi, esempi di documenti e persino le recensioni dei clienti. Cosa troviamo effettivamente, quale è la loro valenza giuridica e, effettivamente quale risvolto pratico hanno questi documenti o pseudo documenti? Volendo semplificare, potremo dire che i documenti di fantasia o pseudocumenti sono quei documenti che di fatto non imitano un modello legalmente emesso ma vengono comunque utilizzati per farsi identificare o condurre veicoli.
Vedremo, nella disamina che segue, che non è sempre così. Cercheremo di comprendere quando ci troviamo nell’ambito dei documenti di fantasia e quando, invece, esibire quel tipo di documento costituisce comportamento penalmente rilevante.


6. Cosa si trova in rete

La fantasia dei venditori qui non ha limiti né di forme né di variabilità grafica trovando un florido mercato di clienti. Partiamo dal presupposto che nessun permesso internazionale di guida viene legittimamente commercializzato tramite la rete e che vi deve essere corrispondenza tra l’autorità che emette la patente. Infatti, per ogni Stato vi è una specifica autority (non necessariamente l’omologo della nostra Motorizzazione Civile) che rilascia il permesso internazionale; non esiste una autorità esterna allo Stato che legittimamente possa rilasciare permessi internazionali. Unica eccezione sono gli accordi tra alcuni Stati ma sempre sotto l’egida dell’ufficialità di accordi pattizi tra loro.

Partiamo quindi con l’analisi dell’aspetto grafico dei documenti venduti in rete e di conseguenza esibiti alle forze dell’ordine quali patenti internazionali.

All’atto di un controllo di polizia stradale, viene esibito il documento di figura 1 come patente di guida.
Essendo un documento sconosciuto all’operatore è necessario, prima di concentrarsi sulla qualità grafica del documento e sugli eventuali sistemi di sicurezza, sui suoi contenuti ponendoci una serie di domande:

– Che tipo di documento è?
Non avendo un modello di riferimento, dobbiamo affidarci alla sua lettura. Dal titolo sembra essere una patente internazionale di guida. Come abbiamo detto, la patente internazionale di guida riconosciuta non è di formato card come il documento esibito.

– Quale Stato lo ha emesso?
Da una attenta lettura, in nessuna parte del documento è indicata l’autorità emittente. Gli unici simboli riconoscibili sono la bandiera dell’ONU sul verso, e la stessa ripetuta sul recto unitamente ad una bandiera europea (con all’interno la sigla UT) oltre ad una serie di bandiere di Stati del mondo.

Basti considerare che l’Organizzazione delle Nazioni Unite né l’Unione Europea emettono patenti internazionali di guida per arrivare a comprendere che tale documento ha lo stesso valore delle banconote del gioco del Monopoli. Purtroppo, di queste pseudo patenti se ne trovano esemplari presso gli uffici delle Prefetture poiché ritirate come genuine in occasione dell’accertamento per guida in stato di ebbrezza dei loro titolari. Ciò purtroppo fa denotare una scarsa conoscenza del problema a cui si spera di contribuire anche con il presente lavoro.

Lawful Interception per gli Operatori di Tlc

In una situazione dove il conducente esibisca esclusivamente il documento di figura 1, si procede per la violazione dell’art. 116 commi 15 e 17 del Codice della Strada per guida senza patente oltre al reato di cui agli articoli 482 e 477 del Codice Penale.

Altro modello di permesso internazionale di guida (di fantasia) è quello della figura 2 con c.d. formato “a libretto” comprendente la traduzione nelle diverse lingue proprio come il modello previsto dalle convenzione di Vienna del 1968.

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