Verso la regolazione dell’intelligenza artificiale

Legalità, giustizia e sicurezza nell’approccio interdisciplinare di GP4AI

di Antonio Felice Uricchio e Claudio Caldarola

L’esigenza di una riflessione giuridica sulla complessa materia dell’intelligenza si pone sia per il velocissimo e inarrestabile sviluppo che hanno avuto le tante applicazioni che ha ricevuto sia per il graduale apprezzamento dei rischi e delle possibili compromissioni di libertà e diritti fondamentali che possono derivarne. Ciò ha indotto l’Unione europea ad adottare, nei mesi scorsi, il Regolamento UE 2024/1689, meglio noto come AI Act e, quindi, il legislatore italiano a sottoporre al Parlamento il primo disegno di legge nazionale di attuazione.

La disciplina europea e quella interna (ad oggi ancora oggetto di discussione in Parlamento) sono state oggetto di ampia analisi da parte del volume, appena pubblica dalla casa editrice Cacucci, “L’intelligenza artificiale tra regolazione e esperienze applicative”, curato da Antonio Felice Uricchio e Claudio Caldarola con introduzione del Presidente emerito della Corte Costituzionale Franco Gallo. Attraverso il contributo di oltre quaranta autori (Ugo Ruffolo, Mario Caligiuri , Daniela Dondi  Michele Corradino, Amedeo Lepore Ferdinando Giancotti , Diana-urania Galetta , Benedetta Cappiello Paolo Soda, Eugenio Guglielmelli, Francesco Mazzotta, Derrick De Kerckhove, Roberto Saracco Ranieri Razzante, Maria Pia Rossignaud, Luciano Quarta, Giuseppina Lotito, Nanni Bassetti,  Annalisa Turi  Fabio Marchitelli, Domenica Romanazzi, Alessandra Pepe, Annalisa Di Ruzza Fabio Castro, Donato Impedovo, Giuseppe Pirlo, Manuel Nuzzolese e Danila de Vito, Marco Tatullo, Antonio Fusco, Raffaella Scelzi,  Ernesto Di Iorio, Eugenio Iorio,, Milly Tucci e Carmen Cavallo Gianni Previdi) il volume intende costruire un ponte tra l’elaborazione teorica e l’analisi applicativa, tra la dimensione europea e quella nazionale.

Con finezza e profondità, Franco Gallo colloca il tema dell’intelligenza artificiale nel contesto più ampio del costituzionalismo digitale e della protezione multilivello dei diritti fondamentali evidenziando la sfida, per le istituzioni, di governare processi tecnologici potenzialmente opachi. La prospettiva adottata è esplicitamente multidisciplinare e orientata alle esperienze applicative. La scelta di integrare profili giuridici, etici, economici e tecnologici risponde alla consapevolezza che la regolazione dell’intelligenza artificiale non può più essere appannaggio esclusivo del diritto, ma deve fondarsi su un dialogo aperto con le scienze dure, le scienze sociali e il mondo delle professioni. In tal senso, l’AI Act diventa non solo un corpus normativo, ma anche un banco di prova per il metodo giuridico europeo: risk-based, sistemico, inclusivo. Il disegno di legge nazionale riflette tale approccio, infatti, punta a introdurre norme di principio, a promuovere l’uso responsabile e umano-centrico dell’intelligenza artificiale e a valorizzare le sinergie tra il diritto e l’innovazione. In questa prospettiva, il volume si caratterizza per una forte coerenza metodologica e una marcata apertura al pluralismo delle esperienze. Ad emergere è la consapevolezza della posta in gioco, ovvero, non solo una nuova disciplina tecnologica, ma un nuovo patto tra scienza, diritto e società. La struttura del volume riflette la visione scientifica dei curatori, i quali hanno adottato un modello metodologico fondato sull’integrazione di saperi, sull’interazione tra generazioni di studiosi e sul confronto tra professioni giuridiche, tecniche ed economiche.

Tale approccio è il frutto della missione culturale e scientifica della GP4AI – Global Professionals for Artificial Intelligence, ente del terzo settore italiano, che dal 2018 promuove la cooperazione interdisciplinare e internazionale su temi di impatto trasformativo. GP4AI nasce dalla profonda convinzione che l’innovazione tecnologica richieda una governance inclusiva e partecipativa, capace di coniugare la riflessione teorica con le istanze operative provenienti dai settori pubblici e privati. I curatori, in piena sintonia con la finalità dell’Ente, hanno quindi selezionato e coordinato contributi che offrono non solo analisi dottrinali, ma anche chiavi di lettura pragmatiche e proposte regolative, dando voce a generazioni diverse: dai giovani ricercatori agli accademici di consolidata esperienza, dai magistrati ai dirigenti pubblici, dagli avvocati ai tecnologi. In questo senso, l’intergenerazionalità non è solo una cifra stilistica, ma è garanzia di un perfetto equilibrio tra il consolidamento del sapere e l’apertura all’innovazione. Il quadro metodologico valorizza, inoltre, il legame tra teoria e prassi. Ogni contributo è stato selezionato per la sua capacità di dialogare con le trasformazioni in atto e di restituire un quadro dinamico del rapporto tra intelligenza artificiale e diritto. L’obiettivo è contribuire alla costruzione di una cultura giuridica dell’innovazione che non si limiti a rincorrere le tecnologie emergenti, ma sappia orientarne l’evoluzione verso finalità di giustizia, inclusione e sostenibilità. Il volume si articola in tre sezioni distinte, che rispecchiano la scelta curatoriale di ordinare la materia secondo una progressione logico-sistematica: dai fondamenti normativi e assiologici, alle applicazioni settoriali, fino alle riflessioni critiche e prospettiche. Tale articolazione non è solo funzionale alla chiarezza espositiva, ma rispecchia la volontà dei curatori di offrire al lettore una mappa interpretativa coerente per orientarsi nella complessità del fenomeno IA.

La prima sezione, intitolata “Profili normativi tra AI Act e DDL italiano”, affronta le questioni connesse all’elaborazione delle fonti, alla costruzione del quadro giuridico multilivello e alle implicazioni costituzionali, amministrative e tributarie dell’adozione dell’AI Act e del disegno di legge nazionale. Gli autori indagano i limiti, le ambizioni e le criticità di un impianto normativo che si confronta con una tecnologia in rapida evoluzione, tra esigenze di certezza, tutela e promozione dell’innovazione. La seconda sezione, “Applicazioni dell’intelligenza artificiale”, raccoglie contributi relativi all’impiego dell’IA in ambiti specifici come la sanità, la ricerca biomedica, la sicurezza urbana, il fisco, l’industria, la difesa, la comunicazione non verbale, le smart cities e l’analisi dei dati biometrici. Tali saggi si distinguono per il taglio empirico e interdisciplinare, offrendo un confronto diretto con l’esperienza concreta e mettendo in luce tanto le opportunità quanto i rischi emergenti. La terza sezione, “Istruzione e riflessioni critiche”, ospita contributi di taglio teorico, pedagogico e sociologico, nei quali si affrontano le trasformazioni indotte dall’intelligenza artificiale nei paradigmi educativi, nella cultura giuridica, nei modelli comunicativi e nella governance dei dati. In questa parte del volume trovano spazio prospettive eterogenee, anche provocatorie, capaci di stimolare un dibattito aperto su scenari in continua ridefinizione. I criteri di selezione dei contributi si sono fondati sulla qualità scientifica, sulla rilevanza tematica, sulla coerenza con l’impianto editoriale e sulla capacità di rappresentare una pluralità di approcci e di punti di vista. Particolare attenzione è stata riservata all’equilibrio disciplinare e alla valorizzazione della dimensione applicativa e comparata. La curatela ha, altresì, perseguito l’obiettivo di rappresentare, in modo trasversale, tanto la dimensione accademica quanto quella istituzionale e professionale, coinvolgendo studiosi, magistrati, avvocati, dirigenti pubblici, consulenti tecnologici e analisti di policy. Tale impostazione ha consentito di coniugare rigore scientifico e utilità pratica, prospettiva sistemica e aderenza alla realtà operativa.

Il risultato è un’opera corale, capace di restituire la densità e la varietà delle questioni sollevate dalla regolazione dell’IA, offrendo al lettore non una visione monolitica, ma un quadro plurale, dinamico e aperto alla discussione critica. La ricchezza e l’eterogeneità dei contributi raccolti nel volume impongono una lettura articolata, che consenta di cogliere la pluralità dei temi affrontati e la profondità delle riflessioni proposte. Le tre sezioni in cui si articola l’opera, profili normativi, applicazioni settoriali, riflessioni critiche, costituiscono altrettanti livelli di analisi di un fenomeno complesso come quello dell’intelligenza artificiale. Nella prima sezione, dedicata ai profili normativi, il contributo di Claudio Caldarola, fornisce una sistematizzazione approfondita del Regolamento (UE) 2024/1689, evidenziandone i fondamenti, l’architettura di rischio, gli obblighi per operatori e fornitori, e le principali sfide applicative. In parallelo, Antonio Felice Uricchio analizza gli impatti dell’IA nel sistema fiscale e nel contesto della digital transformation, mentre altri saggi approfondiscono aspetti quali la responsabilità civile e penale, la compatibilità tra AI Act e tutela dei dati personali, la fiscalità del metaverso e la protezione della proprietà intellettuale. In questo quadro, l’attenzione alla giustizia e alla pubblica amministrazione è particolarmente significativa. Le riflessioni di Franco Gallo, nella sua Introduzione, e di altri autori, pongono l’accento sui rischi di un uso improprio dell’IA nei procedimenti decisionali pubblici, sollevando interrogativi di ordine costituzionale sulla legittimità dell’uso dell’algoritmo come sostituto, e non ausilio, dell’autorità giudiziaria. L’autocertificazione dei sistemi di IA e la scarsità di controlli ex ante sono temi ricorrenti, che evidenziano le tensioni tra innovazione e garanzie democratiche. La seconda sezione, di taglio applicativo, evidenzia l’enorme potenziale trasformativo dell’IA in settori essenziali.

Nell’ambito della sanità, i saggi dedicati all’intelligenza aumentata, ai modelli generativi per la medicina delle 5P, ovvero predittiva, preventiva, personalizzata, partecipativa, proattiva, all’uso dei dati biometrici e alla telemedicina illustrano come la tecnologia possa migliorare diagnosi, terapie e accesso alle cure, sollevando però al contempo delicati problemi di etica clinica, sicurezza e trasparenza algoritmica. Per quanto riguarda il fisco, l’opera affronta il tema dell’uso dell’IA nell’analisi dei big data per finalità di accertamento e contrasto all’evasione, aprendo riflessioni sui nuovi confini della discrezionalità amministrativa e sulle forme di accountability tecnologica. In ambito industriale, l’attenzione si concentra sulle implicazioni dell’automazione, della robotica e dei sistemi predittivi, con approfondimenti sull’impatto dell’IA nella logistica, nella produzione e nella cybersecurity. La prospettiva adottata è spesso comparata, con richiami ai modelli statunitense, cinese e giapponese. Infine, la terza sezione è dedicata all’istruzione e alla riflessione critica. Tra i contributi si segnalano quelli che mettono in discussione le narrazioni deterministiche dell’IA, proponendo un approccio “tecno-critico” e orientato alla responsabilizzazione sociale. In particolare, si evidenziano i mutamenti indotti dall’IA nei paradigmi educativi, nelle metodologie didattiche, nei processi valutativi e nei modelli di apprendimento adattivo. L’accento viene posto anche sulla necessità di formare figure professionali capaci di gestire l’interazione uomo-macchina, di leggere e interpretare i risultati algoritmici, e di contribuire alla progettazione di tecnologie inclusive e sostenibili. Emergono, in conclusione, alcune linee trasversali, ed in particolare la centralità della trasparenza, della rendicontabilità e della sostenibilità etico-giuridica delle tecnologie; il bisogno di rafforzare la capacità regolativa delle istituzioni; la necessità di promuovere una cultura condivisa dell’innovazione responsabile. L’uscita del volume ha suscitato ampio interesse anche al di fuori del contesto strettamente accademico. Il volume si caratterizza non solo per l’alto profilo scientifico dei contributi, ma anche per la sua capacità di inserirsi autorevolmente nel dibattito pubblico sull’intelligenza artificiale, offrendo una sintesi coerente tra analisi delle fonti, prospettive giurisprudenziali e riflessioni applicative. L’opera al centro la necessità di costruire una cultura condivisa del rischio algoritmico, fondata su etica, trasparenza e accountability, e di accompagnare l’attuazione dell’AI Act con strumenti normativi nazionali rispettosi della specificità italiana ma pienamente integrati nel contesto europeo, configurandosi come intersezione tra diritto, tecnologia e politica, capace di stimolare dialoghi tra settori professionali spesso distanti e di formulare proposte operative concrete. Il volume ha una vocazione pragmatica e propositiva, che consente di tradurre concetti complessi in indicazioni operative non limitandosi a descrivere la realtà, ma contribuisce attivamente a orientarne l’evoluzione. Nel già ampio panorama delle pubblicazioni giuridiche sull’intelligenza artificiale, il volume “L’intelligenza artificiale tra regolazione e esperienze applicative” si distingue per una serie di elementi che ne attestano l’originalità scientifica e la capacità di generare impatto culturale, istituzionale e operativo. L’opera si propone infatti come contributo sistematico e integrato, frutto di una regia curatoriale consapevole e di una visione condivisa da parte dei suoi oltre quaranta autori. L’analisi proposta non si limita a una descrizione normativa, ma propone criteri interpretativi e soluzioni operative per affrontare le incertezze applicative che inevitabilmente caratterizzeranno la fase di attuazione. Nel contesto europeo, il volume si pone in dialogo con le più recenti riflessioni dottrinali sul “diritto europeo dell’algoritmo” e contribuisce a rafforzare la presenza della scuola italiana nel dibattito internazionale, proponendo un modello di regolazione “umano-centrico”, giuridicamente robusto e costituzionalmente fondato.

La valorizzazione delle esperienze italiane, in ambito giudiziario, fiscale, educativo e sanitario, offre spunti utili anche per un confronto comparato, dimostrando come l’Italia, pur con le sue peculiarità, possa svolgere un ruolo proattivo nel definire standard di tutela e innovazione. Un ulteriore elemento di originalità risiede nella capacità del volume di connettere le competenze scientifiche con i saperi professionali. Ne emerge una visione dell’intelligenza artificiale come fenomeno “totale”, che investe il diritto, ma anche la cultura organizzativa, la deontologia, l’educazione civica e il senso stesso della cittadinanza digitale. Le implicazioni operative del lavoro si articolano lungo almeno tre direttrici. La prima riguarda i policy maker, chiamati a tradurre il principio di “intelligenza artificiale affidabile” in architetture giuridiche concretamente applicabili. Gli spunti offerti nel volume evidenziano l’importanza di rafforzare i meccanismi di controllo ex ante e di audit indipendenti, soprattutto nei contesti ad alto rischio, e di assicurare coerenza tra AI Act, normativa interna e soft law. La seconda riguarda gli studiosi e i centri di ricerca, investiti della responsabilità di alimentare una riflessione interdisciplinare, capace di decostruire i miti dell’infallibilità tecnologica e di valorizzare il ruolo del diritto come presidio di libertà. La terza direttrice è quella delle amministrazioni pubbliche e delle professioni dell’innovazione, chiamate a gestire il cambiamento con visione strategica e senso di responsabilità. I contributi presenti nel volume dimostrano che l’adozione dell’IA nella sanità, nella fiscalità, nella giustizia e nell’istruzione può produrre benefici rilevanti solo se accompagnata da misure di trasparenza, da un’adeguata formazione del personale e da un’efficace valutazione d’impatto. In questo contesto, la figura del “professionista dell’algoritmo”, capace di comprendere, interrogare, correggere e negoziare i sistemi di IA, si configura come centrale per la futura architettura della governance digitale.

L’intelligenza artificiale, questo è il messaggio profondo dell’opera, non può essere lasciata a sè stessa, né alle sole logiche di mercato, ma va ricondotta all’interno di una cornice giuridica dinamica, attenta ai valori fondativi dell’ordinamento. La visione proposta non è né apocalittica né acriticamente entusiasta. È una visione realistica e propositiva, che invita a costruire un nuovo equilibrio tra diritto e tecnica, tra potere e garanzie, tra capacità predittiva delle macchine e controllo democratico delle decisioni. In definitiva, il volume rappresenta una chiamata all’azione, rivolta a chiunque, decisore, tecnico, giurista, cittadino, creda nella possibilità di un’intelligenza artificiale al servizio dell’umano.

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