La Banca Dati del sistema SIDDA/SIDNA. Analisi, ricerca e sicurezza (IV e V Parte)

di Vincenzo Abate

Il progetto informatico denominato Sidda/Sidna ha previsto la realizzazione di una Banca dati nazionale, presso la quale confluiscono tutti i dati relativi alle “informazioni” inerenti le indagini preliminari ed i procedimenti pendenti o definiti presso le singole procure distrettuali.
Nei precedenti numeri: (I) Concetti introduttivi; (II) La figura dell’analista delle informazioni e la sua formazione; (III) La catalogazione del testo. In questo numero: (IV) L’analisi e la ricerca dei documenti. (V) La sicurezza e la tecnica del lucchettamento.


L’analisi e la ricerca dei documenti

Per comprendere più agevolmente la tecnica e la finalità dell’analisi di un documento catalogato in Banca dati, occorre ribadire l’importanza derivante dal concetto anzidetto circa l’assunzione in modo peculiare di ogni notizia consacrata in atto, che possa consentire all’Ufficio del Pubblico Ministero di apprendere, orientare ed utilizzare la stessa informazione, in altri termini “scarna e sterile” di ogni significato. Una disciplina ruotante attorno all’ipotesi secondo la quale, particolari apparentemente privi di significato, possono rivelare informazioni di profonda portata. Si tratta, in altre parole, di considerare la Banca dati come una sorta di recipiente in cui raccogliere i dati, da soli insufficienti per formulare teorie o selezionare ipotesi investigative in ordine ai fatti per i quali si intende procedere.

Va ancora una volta sottolineata, in tal senso, la rilevanza desunta da una corretta compilazione di ogni atto da sottoporre ad analisi, rispondente ad una rigorosa e vincolante trascrizione degli elementi in esso descritti. Dalla natura dei fatti trattati ai sensi dell’articolo 51, comma 3bis e 3quater c.p.p., deriva, infatti la necessità di procedere all’acquisizione dell’informazione, corredata di ogni più minuziosa descrizione utile al prosieguo delle attività. D’altra parte, a sostegno dell’unicità dei fatti trattati attraverso il processo di analisi, milita la considerazione che solo da essi potrà scaturire un quadro di configurabilità di fatti anche costituenti reato, solo in presenza dei quali il magistrato sarà posto in condizione di esercitare compiutamente l’Ufficio dell’azione penale.

L’architettura del sistema Sidna/Sidda assolve proprio a tale funzione di gestione del patrimonio informativo che elabora le informazioni congrue e quelle discordanti, favorendo l’interscambio continuo tra ogni singola postazione informatica. L’archiviazione delle mere informazioni indicizzate necessita di un’attività di filtro accurato e minuzioso nella fase di creazione del dato che può essere approntato solo da personale specializzato. Si tratta, in altre parole, di saper estrarre da un’enorme “massa caotica di informazioni”, le premesse adatte a consentire al Pubblico Ministero e alla polizia giudiziaria di trarre le conclusioni più esplicite per l’effettuazione di ogni investigazione.

La struttura della Banca dati consente così, per esempio, la visione di tutto il materiale disponibile su di un determinato soggetto (fisico o giuridico), con l’indicazione dello sviluppo storico della sua personale attività criminale, inclusi i collegamenti con altri soggetti malavitosi o organizzazioni criminali o, ancora, fatti rilevanti in relazione alla movimentazione di beni piuttosto che di armi o di sostanza stupefacente.

Il database così come definito dalle regole di gestione e da un’appropriata lavorazione da parte dell’analista, consente al magistrato interessato all’indagine di leggere in modo aggregato le informazioni analizzate, con una visione ancora più approfondita delle informazioni e – di conseguenza – di dare una nuova spinta alle indagini in corso.

La creazione delle citazioni contenute in un testo è direttamente dipendente dalla strutturazione dell’elaborato. L’applicativo guida l’utente nella fase di ​identificazione e tipizzazione di ogni informazione menzionata in un atto (soggetto fisico, soggetto giuridico, associazione criminale, luogo, beni, utenze telefoniche, movimenti di sostanza stupefacente, movimenti di armi e movimenti di beni), agevolando il suo inserimento in base dati attraverso il “legame” (relazione) con altre entità; una buona teoria delle relazioni è assolutamente vitale per l’intero sistema. Si tratta di uno degli argomenti di maggior rilievo dell’universo investigativo offerto da Sidda/Sidna: l’aggregazione dei dati genera nuove informazioni allo scopo di elevare ogni volta il livello conoscitivo degli utenti, consentendo di trarre informazioni utili, altrimenti impossibili da ottenere, partendo da preliminari premesse.

Si pensi, a titolo di esempio, all’informazione tratta dall’elaborazione analitica di un atto da cui deriva che il signor Bianchi Antonio è il proprietario ed esclusivo utilizzatore di un’autovettura già sottoposta a controllo di polizia ed alle ulteriori informazioni desunte da successivi atti da cui deriva che la stessa autovettura è utilizzata esclusivamente – e senza dubbi – dal boss del quartiere Scampia di Napoli, attraverso cui impartisce ordini agli affiliati del clan. Orbene, solo un’attenta “analisi” di ogni informazione trattata nei diversi documenti, consente di dedurre che il signor Bianchi Antonio è il boss del quartiere Scampia di Napoli, o, quantomeno, che esiste un qualificato collegamento tra il signor Bianchi e lo stesso capoclan.
Si pensi, ancora, all’informazione desunta da un’informativa di polizia relativa all’omicidio di Rossi Armando avvenuto nel quartiere Soccavo di Napoli, all’interno di una ditta di autolavaggio e alle successive rivelazioni fornite da un collaboratore di giustizia che in sede di verbalizzazione fa riferimento al fatto delittuoso limitandosi ad indicarlo come l’omicidio avvenuto “…dentro il lavaggio delle macchine di Soccavo…”, senza indicare le esatte generalità della vittima. Anche in questo caso, il preliminare lavoro di analisi svolto dagli investigatori informatici sui due documenti, sarà rivolto alla creazione di un unico concetto (fatto delittuoso) e al riscontro delle due o più citazioni riguardanti il medesimo delitto, attraverso i “campi strutturati” posti a disposizione. La successiva attività di ricerca consentirà di “trovare” il fatto reato (omicidio di Rossi Armando) ed ogni altra “fonte informativa” ad esso collegata, anche se priva di riferimenti specifici in ordine alle generalità della persona offesa.

Dalle dimostrazioni sopra riportate, consegue l’assoluta necessità di acquisire con estrema precisione le informazioni da sottoporre ad analisi, tra le altre, quelle assolutamente significative e pregnanti di informazioni, assunte in atti dai Pubblici Ministeri nei verbali delle dichiarazioni, oltre che quelle relative alle attività di polizia giudiziaria meglio riassunte nelle informative di consuetudine, dovendosene tener conto, di volta in volta, ogni più utile “informazione” che possa soddisfare la creazione dei “concetti entità” che ricorrono maggiormente nelle attività di indagine.

Ne giova, qui in appresso, passare in rassegna solo alcune delle entità inserite nel sistema Sidda/Sidna, che unitamente alle relazioni che le legano, ammontano a ben oltre 900:

Soggetti fisici. La creazione di una “persona fisica” avviene in presenza degli elementi salienti che ne compongono l’entità (cognome, nome, luogo e data di nascita); ciononostante, nella maggior parte dei casi, esiste l’impossibilità a giungere alla compiuta identificazione del soggetto, per cui, al fine di evitare la dannosa perdita di informazioni, deve procedersi all’inserimento dei soggetti anche solo attraverso la disponibilità del cognome o del nome, talvolta solo attraverso il soprannome. I dati così creati devono essere sottoposti all’opportuna attività di riscontro, per cui l’insieme delle informazioni estrapolate da ogni citazione – anche di atti diversi – consentirà la compiuta “generalizzazione” dell’entità di riferimento e la creazione di ogni relativo legame. Non a caso, devono potersi dire concluse le operazioni di analisi, solo dopo la realizzazione di ogni istanza relazionale tra il soggetto ed un “fatto criminoso”, tra due soggetti, tra il soggetto e un’associazione criminale, tra esso e un mezzo di offesa o un bene mobile registrato. L’importanza dettata dalle relazioni, desume, tra l’altro, un’attenta analisi di ogni citazione da cui emerga un riconoscimento fotografico, laddove sarà implementato – di volta in volta – il tipo di legame tra il soggetto fisico nominante e il nominato, pure attraverso la compilazione del campo relativo all’esito (positivo o negativo) dello stesso riconoscimento.

Associazione criminale. Alla stregua di ogni criterio utilizzato per la creazione dei “soggetti fisici”, l’associazione criminale, insieme alle relazioni ad essa collegate, descrive ciascuna organizzazione illecita di interesse per il sistema Sidda/Sidna, evidenziandone la struttura nell’ambito dei vari livelli di gerarchia e funzionalità dipendente da altri. La creazione dell’entità “associazione criminale”, desunta dal nome ad essa attribuito, dovrà necessariamente tener conto della tipologia di organizzazione a cui l’associazione appartiene (es. mafiosa italiana, estera, massonica o terroristica), del tipo di unità organizzativa (es. clan, ndrina, loggia, cosca), del tipo di attività illecite poste in essere, del luogo di incidenza, oltre che dei significativi riferimenti ai legami con “persone fisiche” (affiliati, sostenitori, a disposizione) e con i “fatti reato” commessi proprio per volere della stessa organizzazione malavitosa.

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