Deferimento dell’Italia alla CGUE per ritardi di pagamento della PA sulle intercettazioni

Una storia lunga 10 anni

Il 16 novembre 2023 la Commissione europea ha deciso di deferire il Belgio, la Grecia e l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea (“Corte di giustizia”) per la non corretta applicazione delle norme della direttiva sui ritardi di pagamento (direttiva 2011/7/UE). La direttiva sui ritardi di pagamento impone alle autorità pubbliche di saldare le fatture entro 30 giorni (60 giorni nel caso degli ospedali pubblici). Rispettando questi termini di pagamento, le autorità pubbliche danno l’esempio nella lotta contro la “cultura” dei ritardi di pagamento nel mondo delle imprese.

Non si tratta di una novità poiché questa è una lunga storia che va avanti ormai da 10 anni (sotto una ricostruzione degli eventi principali) e la procedura di infrazione è stata avviata nel 2021, ma l’Italia non ha ancora proposto alcuna modifica per allineare alla direttiva la propria normativa e la propria prassi.

Nel caso italiano permangono una normativa e una prassi nazionali che escludono il noleggio di apparecchiature per le intercettazioni telefoniche nel quadro delle indagini penali dall’ambito di applicazione della direttiva sui ritardi di pagamento. Tale esclusione fa sì che i prestatori dei servizi in questione non abbiano la garanzia di essere pagati entro i termini di legge e non possano far valere i loro diritti ai sensi della direttiva.


Ecco i principali eventi intercorsi negli ultimi 10 anni

18/6/2014 La Commissione chiede chiarimenti all’Italia e alla Slovacchia

La Commissione ha deciso di chiedere chiarimenti all’Italia e alla Slovacchia sull’applicazione e sull’attuazione della direttiva UE sui ritardi di pagamento.
Secondo le informazioni in possesso della Commissione, nella pratica l’Italia non applica correttamente la direttiva. La Commissione ha ricevuto numerose denunce dalle quali è emerso che in Italia le pubbliche amministrazioni impiegano in media 170 giorni per effettuare i pagamenti per i servizi o beni forniti, e 210 giorni per i lavori pubblici. Inoltre, alcuni enti pubblici italiani utilizzano contratti che applicano ai ritardi di pagamento condizioni di tasso di interesse nettamente inferiori al tasso di interesse richiesto dalla Direttiva (che deve essere almeno dell’8% superiore al tasso di riferimento della Banca Centrale Europea). La Commissione è stata inoltre informata che alcuni enti pubblici italiani rinviano l’emissione dei verbali di avanzamento lavori per consentire loro di ritardare i pagamenti dovuti alle imprese esecutrici di lavori pubblici.
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_14_689


15/2/2017 La Commissione europea sta adottando ulteriori misure contro Grecia, Italia, Slovacchia e Spagna

 

La Commissione europea sta adottando ulteriori misure contro Grecia, Italia, Slovacchia e Spagna per garantire la corretta applicazione della direttiva sui ritardi di pagamento (direttiva 2011/7/UE) e prevenire perdite per le imprese, in particolare le piccole e medie imprese (PMI). Questi 4 Stati membri hanno ora due mesi per notificare alla Commissione le misure adottate per porre rimedio alla situazione. In alternativa, la Commissione Europea può decidere di deferire l’Italia, che riceve un parere motivato, alla Corte di Giustizia dell’UE.
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_17_239


7/12/2017 Ricorso alla Corte art. 258 del TFUE

 

La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE a causa del sistematico ritardo con cui le amministrazioni pubbliche italiane effettuano i pagamenti nelle transazioni commerciali, in violazione delle norme dell’UE in materia di pagamenti (direttiva sui ritardi di pagamento, direttiva 2011/7/UE). Secondo la direttiva sui ritardi di pagamento, le amministrazioni pubbliche sono tenute a pagare le merci e i servizi acquistati entro 30 giorni o, in circostanze eccezionali, entro 60 giorni dal ricevimento della fattura. La Commissione attribuisce una grande importanza alla questione dei ritardi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche, constatata in diversi Stati membri, e persegue una rigorosa politica di applicazione della direttiva in materia. La puntualità dei pagamenti è particolarmente importante per le piccole e medie imprese (PMI), che confidano in un flusso di cassa positivo per assicurare la propria gestione finanziaria, la propria competitività e, in molti casi, la propria sopravvivenza. La Commissione riconosce gli sforzi compiuti dal governo italiano per migliorare la situazione in seguito all’avvio della procedura di infrazione con lettera di costituzione in mora nel giugno 2014 e il successivo invio del parere motivato nel febbraio 2017. A più di tre anni dall’avvio della procedura di infrazione, tuttavia, le amministrazioni pubbliche italiane necessitano ancora di circa 100 giorni per saldare le loro fatture, con picchi che possono essere nettamente superiori. La Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE.


9/06/2021 Lettera di costituzione in mora art. 258 del TFUE

La Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia, in quanto la normativa nazionale sulle spese di giustizia esclude dall’ambito di applicazione della direttiva il noleggio di apparecchiature per intercettazioni telefoniche nelle indagini penali. La Commissione ritiene che l’esclusione di tali transazioni dall’ambito della direttiva ne costituisca una violazione, in quanto impedisce alle società di noleggio di esercitare i diritti previsti dalla direttiva stessa. L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere alla lettera e per adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/IT/INF_21_2743


19/04/2023 Parere motivato art. 258 del TFUE

La Commissione ha deciso di avviare procedure di infrazione inviando lettere di costituzione in mora alla Grecia (INFR(2023)2027), e (INFR(2023)4000) e all’Italia (INFR(2023)4001) per la non corretta attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento (direttiva 2011/7/UE). La Commissione ha inoltre deciso di inviare un parere motivato al Belgio (INFR(2019)2299), alla Grecia (INFR(2019)2298) e all’Italia (INFR(2021)4037), per la non corretta attuazione delle norme della direttiva sui ritardi di pagamento.
La Commissione ha inoltre deciso di inviare un parere motivato all’Italia a seguito della mancata inclusione del noleggio di apparecchiature per intercettazioni telefoniche nelle indagini penali nella definizione di transazioni commerciali prevista nella normativa nazionale. Escludendo tali operazioni dall’ambito di applicazione della direttiva sui ritardi di pagamento, le imprese interessate non possono beneficiare della tutela accordata dalla direttiva.
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/IT/inf_23_1808


16/11/2023 Ricorso alla Corte art. 258 del TFUE

 

La Commissione ha deciso di deferire il Belgio (INFR(2019)2299), la Grecia (INFR(2019)2298) e l’Italia (INFR(2021)4037) alla Corte di giustizia dell’UE per la non corretta applicazione delle norme della direttiva 2011/7/UE sui ritardi di pagamento.
La Commissione sta attualmente istituendo un osservatorio europeo dei pagamenti nelle transazioni commerciali, come annunciato nell’aggiornamento della strategia industriale adottato nel maggio 2021. Lo scorso settembre la Commissione ha inoltre presentato una revisione della direttiva sui ritardi di pagamento e ha adottato una proposta di regolamento relativo alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/IT/inf_23_5380

 

Exit mobile version