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Giurisprudenza

In totale sono stati pubblicati 53 articoli nella sezione “Giurisprudenza”, di seguito elencati dal più recente:

 

Giustizia predittiva: “futurismo” normativo?
di Michele Lippiello (N. I_MMXXIII)
Il conciso articolo si prefigge di evidenziare le diverse problematiche della cosiddetta “giustizia predittiva” non escludendo, a priori, il suo utilizzo in generale e che possa, anzi, essere di efficiente aiuto ai professionisti del settore.
Illegittimo il divieto di possedere e utilizzare apparati di telefonia mobile
di Giovanni Aliquò (N. I_MMXXIII)
La Corte costituzionale, con la Sentenza n. 2/2023 (del 20/12/2022 – 12/01/2023), ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione) nella parte in cui include i telefoni cellulari tra gli apparati di comunicazione radiotrasmittente di cui il Questore può vietare, in tutto o in parte, il possesso o l’utilizzo. La pronuncia della Corte, ha avuto ad oggetto una disposizione del Codice antimafia introdotta per rafforzare l’efficacia preventiva dell’avviso orale del Questore. Con riguardo alle vicende storiche che avevano portato all’approvazione della norma censurata si ricorda che, all’inizio di questo secolo, si era verificata una particolare recrudescenza del contrabbando di tabacchi lavorati esteri. I più agguerriti contrabbandieri, si avvalevano di vere e proprie centrali radar a terra, di apparati radio ricetrasmittenti dotati di sistemi di crittazione delle comunicazioni, di natanti particolarmente veloci e di autoveicoli blindati e potenziati.
Le ricadute dell’ampliamento della responsabilità civile sui compiti istituzionali dell’apparato di ordine e sicurezza pubblica
di Paolo Del Giacomo (N. III_MMXXII)
Con la sent. n. 22516/2019, la Cass., III sez. civ., nell’esprimersi sulla responsabilità civile del Comandante della base italiana per la strage di Nassiryia e, amplius, degli operatori di sicurezza ex art. 28 Cost., sottolinea la “posizione di garanzia” di chi è tenuto a “impedire eventi offensivi a beni altrui affidati alla loro tutela per l’incapacità dei titolari di adeguatamente proteggerli”.
Il bitcoin è un prodotto finanziario se acquistato con finalità d’investimento
di Pietro Errede (n.II_MMXXII)
Allo stato, può ritenersi il bitcoin un prodotto finanziario qualora acquistato con finalità d'investimento: la valuta virtuale, quando assume la funzione, e cioè la causa concreta, di strumento d'investimento e, quindi, di prodotto finanziario, va disciplinato con le norme in tema di intermediazione finanziaria (art. 94 ss. T.U.F.), le quali garantiscono attraverso una disciplina unitaria di diritto speciale la tutela dell'investimento. Il ricorrente contestava la valutazione operata dal Tribunale del bitcoin come strumento di investimento in quanto assimilata all'oro digitale.
Lo studio legale al pari di qualunque luogo di lavoro per la validità delle registrazioni dei colloqui di Simona Usai Corte di Cassazione, Sezione Civile Unite, sentenza n. 20384 dell’8 giugno 2021 e depositata il 16 luglio 2021 In ambito penale, il regime di riferimento in materia di registrazione tra presenti si è formato a partire da Cass.SSUU pen. n.36747/03 (imp.Torcasio). Si tratta di indirizzo, volto a distinguere e sottrarre la registrazione …
Obsolescenza programmata, una pratica ormai al capolinea
di Michele Lippiello e Sirio Zolea (N. II_MMXXI)
TAR Lazio, sezione I, n.656/2021, decisa il 2 dicembre 2020, pubblicata il 18 gennaio 2021. L'obsolescenza pianificata dei prodotti di consumo di massa, soprattutto elettronici e digitali, è un problema di crescente gravità, con serie implicazioni tanto consumeristiche quanto ambientali. In attesa di uno specifico intervento del legislatore, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si è ritagliata un ruolo sanzionatorio di tali condotte sulla base giuridica del divieto di pratiche commerciali scorrette contenuto nel Codice del Consumo. Come già nel caso Apple, il giudice amministrativo ritiene legittima la sanzione erogata dall'AGCM contro la multinazionale Samsung.
La banca deve fornire l’estratto conto degli ultimi 10 anni
di Pietro Errede (N. II_MMXXI)
Corte di Cassazione, Sezione VI civile, Ordinanza n. 27769 del 2 aprile 2019 e depositata il 30 ottobre 2019. La Cassazione riafferma il diritto del cliente ad avere copia della documentazione bancaria ai sensi dell’art. 119, comma 4, TUB, anche in corso di causa.
Il valore probatorio delle foto allegate ad un verbale di ispezione
di Andrea Girella (N.IV_MMXX)
Corte di Cassazione, Sezione III Penale, sentenza n.2576 del 06/11/2018 e depositata il 21/01/2019. Le foto scattate durante un'ispezione (nel caso igienico sanitaria dei N.A.S.) dello stato dei luoghi da parte della P.G., e allegate al verbale di ispezione e di sequestro devono considerarsi atti irripetibili, come tali non più riproducibili, con la conseguenza che, essendo legittimo il loro inserimento nel fascicolo per il dibattimento, possono essere valutate dal giudice come fonte di prova, senza che sia necessaria una conferma da parte dei verbalizzanti in sede dibattimentale.
Appropriazione indebita di files? Il file come l’aria è un bene immateriale che può essere concretizzato solo attraverso un supporto
di Cristina Zannotti (N. III_MMXX)
Corte di Cassazione, Sezione II Penale, sentenza n. 11959 del 7 novembre 2019 e pubblicata il 10 aprile 2020. L’imputato, dipendente di una società, aveva in dotazione un notebook aziendale sul quale, per esigenze lavorative, erano preinstallati dei dati informatici (files). Il medesimo, prima di rassegnare le dimissioni, perché assunto in una nuova realtà societaria operante nel medesimo settore, copiava i dati informatici originariamente presenti sul notebook e successivamente provvedeva a formattarne l’hard disk. Con tali manovre provocava quindi un malfunzionamento del sistema informatico aziendale, riconsegnando alla società dalla quale si era dimesso un notebook formattato. Per questo fatto, l’imputato era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Torino per i reati di cui agli artt. 635-quater e 646 c.p.; successivamente la Corte d’appello, in parziale riforma della sentenza impugnata, l’aveva assolto dal reato di danneggiamento, confermando invece la pronuncia di responsabilità in ordine al reato di appropriazione indebita.
La confisca urbanistica dopo la sentenza n. 13539/2020 delle sezioni unite
di Antonio Picarella e di Francesco Botti (N. II_MMXX)
La confisca prevista dall’art 44 co. 2 del D.P.R. 380/2001 può essere disposta anche a seguito della prescrizione del reato di lottizzazione abusiva ove, prima che sia maturata detta prescrizione, sia stata già accertata la lottizzazione stessa nelle sue componenti oggettive e soggettive. Ne deriva che, in caso di estinzione del reato di lottizzazione abusiva per prescrizione, all'esito del giudizio di gravame, il giudice di appello e la Corte di cassazione sono tenuti a decidere sull'impugnazione agli effetti della confisca urbanistica, in applicazione dell'art. 578-bis c.p.p. Resta fermo tuttavia che, una volta intervenuta la prescrizione, in applicazione dell'art. 129 c.p.p., co. 1 il giudizio non può proseguire al solo fine di compiere il predetto accertamento. Questi, in sintesi, i principi enunciati nella recente sentenza n. 13539 depositata il 30 aprile 2020 dalle Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione.
La disciplina del contrabbando di tabacchi lavorati esteri si applica anche ai liquidi di sigarette elettroniche
di Andrea Girella (N. I_MMXX)
Corte di Cassazione, Sezione III Penale, sentenza n. 3465 del 3.10.2019 e depositata il 28 gennaio 2020. La Terza sezione ha affermato che la disciplina penale in materia di contrabbando di tabacchi lavorati esteri di cui all’art. 291-bis, comma 2, d.P.R. n. 43 del 1973 trova applicazione, in forza dell’art. 62-quater, commi 1-bis e 7-bis, d.P.R. n. 504 del 1995, anche ai liquidi per sigarette elettroniche, secondo i criteri di equivalenza tra liquido da inalazione e tabacco lavorato estero determinati con provvedimenti del Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, in forza dei quali 1 ml di prodotto liquido corrisponde a 5,63 sigarette convenzionali.
Sequestro probatorio inefficace se non convalidato dal PM entro 48 ore
di Antonio Di Tullio DElisiis (N. IV_MMXIX)
Corte di Cassazione, Sezione II Penale, Sentenza n. 26606 del 12 marzo2019 e depositata il 17 giugno 2019. La Seconda sezione ha affermato che l’inefficacia del sequestro probatorio, eseguito di iniziativa della polizia giudiziaria e non convalidato nel termine perentorio di quarantotto ore dal pubblico ministero, fa sorgere, in capo a quest’ultimo, l’obbligo di restituzione non solo degli originali dei documenti sequestrati, ma anche delle copie eventualmente estratte.
L’ampliamento delle ipotesi di procedibilità a querela previsto dal D.lgs 36/2018 in attuazione della Legge 103/2017
di Antonio Picarella (N. II_MMXIX)
Il 9 maggio 2018 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 36 del 10 aprile 2018 recante Disposizioni di modifica della disciplina del regime di procedibilità per taluni reati in attuazione della delega di cui all'articolo 1, commi 16, lettere a) e b), e 17, della legge 23 giugno 2017, n. 103 (pubblicato in GU Serie Generale n. 95 del 24-04-2018). L’obiettivo perseguito dalla c.d. Riforma Orlando era quello di ampliare le ipotesi di procedibilità a querela per migliorare l’efficienza del sistema penale, anche attraverso la collegata operatività dell’istituto - di nuova introduzione - della estinzione del reato per condotte riparatorie (articolo 162-ter del codice penale), applicabile ai reati procedibili a querela soggetta a remissione. A distanza di circa un anno dalla novella che ha modificato il regime di procedibilità di dieci reati (contro la persona e contro il patrimonio) presenti nel nostro codice penale, ci si chiede se il decreto legislativo n. 36/2018 abbia compiutamente assolto al mandato conferito con la delega, ovvero se comprimendo significativamente il catalogo dei reati assoggettabili alla nuova disciplina abbia finito per svilire le finalità deflattive che la Riforma Orlando intendeva realizzare.
AL MANDATO DI ARRESTO EUROPEO SI APPLICA IL PRINCIPIO DEL “NE BIS IN IDEM”: LA DOCUMENTAZIONE INTEGRATIVA NON PUO’ MODIFICARE LA PRECEDENTE DECISIONE
di Antonio Di Tullio DElisiis (N. III_MMXVIII)
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, sentenza n. 35290 del 19/07/2018 e depositata il 24/07/2018. In materia di mandato di arresto europeo, nell’ipotesi di sentenza irrevocabile di rifiuto della consegna, nella specie per il mancato invio ad opera dello Stato estero della documentazione integrativa richiesta, trova applicazione il principio del ne bis in idem, di cui all’art. 649 cod. proc. pen., per cui la Corte d’appello non può, a seguito della successiva ricezione della predetta documentazione, modificare la precedente decisione.
WHISTLEBLOWING: DECADE L’ANONIMATO IN CASO DI UTILIZZO DELLA SEGNALAZIONE IN AMBITO PENALE
di Claudio Cazzolla (N. II_MMXVIII)
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, sentenza n. 9047 del 31 gennaio 2018 e depositata il 27 febbraio 2018. Il secondo comma dell’art. 54-bis del Dlgs 30.03.2001 n. 165 è esplicito nel significare che l’anonimato del denunciante opera unicamente in ambito disciplinare, essendo peraltro subordinato al fatto che la contestazione “sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione”, giacché, ove detta contestazione si basi, in tutto o in parte, sulla segnalazione stessa, “l’identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell’incolpato”: ne consegue che, in caso di utilizzo della segnalazione in ambito penale, non vi è alcuno spazio per l’anonimato.
AMMENDA DI 15.000 EURO SE SI SCATTA LA FOTO AL PROPRIO VOTO IN CABINA ELETTORALE
di Antonio Di Tullio DElisiis (N. II_MMXVIII)
Corte di Cassazione, Sezione V Penale, sentenza n. 9400 del 21 dicembre 2017 e depositata il 1° marzo 2018. L’imputato aveva ammesso di avere scattato la fotografia alla scheda elettorale in cui risultava già impresso il suo voto ma il suo difensore assumeva non essersi consumato il reato contestato poiché la condotta dell’imputato avrebbe dovuto essere preceduta, secondo la lettera della norma, dall’invito del presidente del seggio a non introdurre nella cabina il mezzo di riproduzione visiva.
LA REGISTRAZIONE FONOGRAFICA DI COLLOQUI TRA PRESENTI COSTITUISCE PROVA DOCUMENTALE UTILIZZABILE
di Claudio Cazzolla (N. I_MMXVIII)
Corte di Cassazione, Sezione VI penale, sentenza n. 1422 del 03 ottobre 2017 e deposita il 15 gennaio 2018. La Sesta sezione ha affermato che la registrazione fonografica di colloqui tra presenti, eseguita di iniziativa dalla persona offesa dal reato, costituisce prova documentale ed è pertanto utilizzabile in dibattimento, qualora tuttavia la conversazione risulti non continuativa per essere stata tagliata in alcune parti, si impone da parte del giudice una specifica valutazione della capacità probatoria della registrazione e della attendibilità delle dichiarazioni accusatorie, non potendo a tal fine ritenersi sufficiente la mera corrispondenza tra i brani registrati e quanto riferito dall’autore della manipolazione. Utilizzabilità delle registrazioni nel processo penale e regime delle preclusioni in appello, questi i temi trattati nel presente elaborato.
SI SOTTRAE AL GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ LA VALUTAZIONE DELL’ATTENDIBILITÀ DELLE FONTI DI PROVA
di Antonio Di Tullio DElisiis (N. I_MMXVIII)
Corte di Cassazione, Sezione II penale, sentenza n.45090 del 12 settembre 2017 e depositata il 29 settembre 2017. Sul ricorso proposto dall’imputato che lamentava la motivazione in ordine all’identificazione del ricorrente quale autore della rapina effettuata mediante Facebook, la Corte ha rilevato che il giudizio sulla rilevanza ed attendibilità delle fonti di prova è devoluto insindacabilmente ai giudici di merito e la scelta che essi compiono, per giungere al proprio libero convincimento, con riguardo alla prevalenza accordata a taluni elementi probatori, piuttosto che ad altri, ovvero alla fondatezza od attendibilità degli assunti difensivi, quando non sia fatta con affermazioni apodittiche o illogiche, si sottrae al controllo di legittimità della Corte Suprema. Si è in particolare osservato che non è sindacabile in sede di legittimità, salvo il controllo sulla congruità e logicità della motivazione, la valutazione del giudice di merito, cui spetta il giudizio sulla rilevanza e attendibilità delle fonti di prova, circa contrasti testimoniali o la scelta tra divergenti versioni e interpretazioni dei fatti.
LA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA PENALE SUL SITO WEB DEL MINISTERO DI GIUSTIZIA PUÒ ESSERE DISPOSTA SOLO SE PREVISTA COME SANZIONE ACCESSORIA
di Antonio Di Tullio DElisiis (N. IV_MMXVII)
Corte di Cassazione, Sezione I Penale, sentenza n. 47216 del 27 maggio 2016 e depositata il 9 novembre 2016. La pubblicazione della sentenza penale di condanna nel sito internet del Ministero della giustizia, con esecuzione d’ufficio ed a spese del condannato, a norma dell’art. 36 cod. pen., può essere disposta esclusivamente nei casi in cui essa sia prevista dalla legge come sanzione accessoria e non anche qualora la pubblicazione della sentenza sia imposta al condannato, a titolo di riparazione del danno, come condizione cui il giudice abbia subordinato il beneficio della sospensione condizionale della pena, ai sensi dell’art. 165 cod. pen.
La cassazione si adatta alla depenalizzazione del reato di scrittura privata falsa e di uso di atto falso
di Antonio Di Tullio DElisiis (N. III_MMXVII)
Corte di Cassazione, Sezione II Penale, sentenza n. 4951 del 17 gennaio 2017 e depositata il 2 febbraio 2017. I decreti legislativi n. 7 ed 8 del 2016 hanno depenalizzato una serie di reati prevedendo per alcuni (tra cui quelli puniti con la sola ammenda o la sola pena pecuniaria) l’invio degli atti all’autorità amministrativa competente e per altri (come l’ingiuria, la scrittura privata falsa o l’uso dell’atto falso) la condanna ad una sanzione civile pecuniaria, che varia da euro cento ad euro 8.000 ovvero da euro 200 ad euro 12.000. La Corte di Cassazione ha dovuto quindi confermare che non è più reato realizzare una scrittura privata falsa, come un contratto di affitto tra le parti, e che non è più illecito penale l’uso di un atto falso.
PER LA MISURA CAUTELARE DELLA CUSTODIA IN CARCERE VALE L’INTERO QUADRO INDIZIARIO
di Antonio Di Tullio DElisiis (N. II_MMXVII)
Corte di Cassazione, Sezione VI penale, sentenza n. 3624 del 16 gennaio 2016 e depositata il 24 gennaio 2017. Se la difesa presenta delle confutazioni del quadro indiziario, il Tribunale del riesame non può confermare la misura cautelare della custodia in carcere disposta nei confronti di un indagato identificato unicamente in base ad una comparazione tra fermi immagini, estratti da videoriprese, e fotografie operata dalla polizia giudiziaria.
Ultimi approcci giurisprudenziali sul compenso del consulente tecnico di Ufficio (CTU)
di Simona Usai (N. I_MMXVII)
La normativa che regola la liquidazione degli onorari, delle indennità e delle spese per il CTU, nel tempo, ha subito diverse modifiche. Da ultimo la sentenza n. 23133/2015 ha precisato che le parti sono solidalmente responsabili del pagamento.
L’ammonimento antistalking: i recenti orientamenti della giurisprudenza
di Domingo Magliocca (N. I_MMXVII)
L’ammonimento antistalking, entrato in vigore col D.L. 11/2009, consiste nel richiamo orale del Questore rivolto allo stalker, il quale viene diffidato dal tenere un comportamento contra legem ed è avvisato che, nel caso non interrompa la condotta persecutoria, subirà un processo penale per il delitto di Atti Persecutori (art. 612 bis c.p.).
La CEDU ed il sistema italiano delle misure di prevenzione
di Calogero Gaetano Paci (N. I_MMXVII)
European Court of Human Rights, Grand Chamber, Case of De Tommaso v. Italy, Application no. 43395/09, Strasbourg 23 February 2017. La Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’uomo ha pronunciato la sentenza riguardante una misura di prevenzione personale (sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno) nei confronti di un soggetto a pericolosità generica, affermando la violazione dell’art. 2 del IV Protocollo che garantisce la libertà di circolazione, da parte della legge n. 1423/1956, art. 1 e ss. (art. 1 del d.lgs. n. 159/2011) poiché non garantisce la prevedibilità della misura, la cui applicazione è rimessa alla discrezionalità giurisprudenziale; in particolare viene contestata la non tassatività della normativa nel determinare le categorie dei destinatari e lo stesso contenuto della misura di prevenzione personale (http://hudoc.echr.coe.int/eng?i=001-171804).
Email parcheggiate su server all’estero, similitudine con il cloud computing: la parola della cassazione
di Milto Stefano De Nozza (N. IV_MMXVI)
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, sentenza n. 40903 del 28 giugno 2016 e depositata il 30 settembre 2016 In un’indagine per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, gli inquirenti inserivano un trojan all’interno di un computer collocato all’interno di un Internet Point utilizzato dagli indagati per accedere a unico account di posta elettronica su “hotmail.com”. Attraverso il trojan gli inquirenti acquisivano la password di accesso a tale account e la usavano per acquisire i messaggi di posta elettronica inviati e ricevuti nonché di quelli salvati nella cartella “bozze”, usata come sistema di “parcheggio” delle comunicazioni scambiate tra i membri dell’associazione.
LA COMMISSIONE DEL REATO PRESUPPOSTO IN EPOCA PRECEDENTE ALL’INTRODUZIONE DELL’ART. 648-TER.1 C.P. NON ESCLUDE LA TIPICITÀ DEL DELITTO DI AUTORICICLAGGIO
di Maria Milia (N. II_MMXVI)
Corte di Cassazione, Sezione Seconda, sentenza n. 3691 del 15 dicembre 2015, depositata il 27 gennaio 2016. Ai fini della configurabilità del delitto di autoriciclaggio, non è necessario che anche il delitto presupposto sia commesso dopo l’entrata in vigore del nuovo art. 648-ter.1 c.p., potendo esso essere commesso in epoca antecedente in quanto non costituisce elemento materiale del fatto tipico.
La circostanza aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso postula l’effettivo impego della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo
di Giovanni Francolini (N. IV_MMXV)
Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza n. 47588 del 30 aprile 2015, depositata il 2 dicembre 2015 “La configurabilità della circostanza aggravante prevista dall’art. 7 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, conv. in legge 12 luglio 1991 n. 203, nella forma del «metodo mafioso», è subordinata alla sussistenza nel caso concreto di condotte specificamente evocative della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, non potendo essere desunta unicamente dalla peculiare carica di intimidazione connessa allo strumento prescelto dal reo (nel caso di specie, la condotta degli agenti si era sostanziata nell’attentato ai danni dei mezzi operativi presenti nel cantiere della persona offesa)”.
UTILIZZABILITÀ AI FINI FISCALI DEI DATI CONTENUTI NELLA LISTA “FALCIANI”
di Simone Covino e Mauro Vaglio (N. I_MMXVI)
Corte di Cassazione, Sezione VI Civile, ordinanze n. 8605 e 8606 del 15 aprile 2015 e depositate il 28 aprile 2015 La c.d. “lista Falciani” è un documento contenenti nomi di contribuenti presunti evasori, sottratto alla banca svizzera Hsbc da un ex dipendente della stessa che aveva perpetrato non solo il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico (art. 615-ter c.p.), ma anche quello di appropriazione indebita di dati personali (articoli 846 e 61, n. 11, c.p.).
Mafia capitale: la suprema corte ribadisce i princìpi di diritto in materia di associazione di tipo mafioso
di Giovanni Francolini (N. IV_MMXV)
Corte di Cassazione, Sezione VI penale, sentenza n. 24535 del 10 aprile 2015 e depositata il 9 giugno 2015. “Ai fini della configurabilità del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, la forza intimidatrice espressa dal vincolo associativo dalla quale derivano assoggettamento ed omertà può essere diretta a minacciare tanto la vita o l’incolumità personale, quanto, anche o soltanto, le essenziali condizioni esistenziali, economiche o lavorative di specifiche categorie di soggetti. Ferma restando una riserva di violenza nel patrimonio associativo, tale forza intimidatrice può venire acquisita con la creazione di una struttura organizzativa che, in virtù di contiguità politiche ed elettorali, con l’uso di prevaricazioni e con una sistematica attività corruttiva, esercita condizionamenti diffusi nell’assegnazione di appalti, nel rilascio di concessioni, nel controllo di settori di attività di enti pubblici o di aziende parimenti pubbliche, tanto da determinare un sostanziale annullamento della concorrenza o di nuove iniziative da parte di chi non aderisca o non sia contiguo al sodalizio”.
CONSIDERAZIONI SULLA TESTIMONIANZA DELLA PERSONA OFFESA
di Claudio Cazzolla (N. III_MMXV)
Prima le Sezioni Unite penali (sent. 41461/2012) e poi la terza sezione penale della Suprema Corte (sent. 45920/2014) hanno individuato i criteri da seguire nella valutazione della deposizione resa dalla persona offesa, stabilendo in via di principio, che, le dichiarazioni della vittima del reato possono anche da sole fondare il giudizio di responsabilità penale dell’imputato.
VALENZA GIURIDICA DEL TWEET DI UN MINISTRO
di Elena Bassoli (n.II_MMXV)
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 769/2015, si è pronunciato sulla natura dell’atto amministrativo emesso verso l’esterno nel caso in cui si utilizzi il servizio di Twitter, osservando che “gli atti dell’autorità politica debbono pur sempre concretarsi nella dovuta forma tipica dell’attività della pubblica amministrazione... “.
Registrazione di conversazione tra privati: per attività di PG necessaria l’autorizzazione
di Simona Usai (n.II_MMXV)
La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19158/2015, ha rilevato che “ciascuno dei soggetti che partecipano ad una conversazione è pienamente libero di adottare cautele ed accorgimenti, e tale può essere considerata la registrazione, per acquisire, nella forma piu’ opportuna, documentazione e quindi prova di ciò che direttamente pone in essere o che è posto in essere nei suoi confronti”.
INADEMPIMENTO ALLE NORME COMUNITARIE IN MATERIA DI RIFIUTI
di Daniela Gentile (n.II_MMXV)
La Corte di giustizia europea ha condannato l’Italia a versare alla Commissione europea un importo iniziale fissato in 42,8 milioni di euro per il primo semestre successivo alla sentenza n. C-196/13 del 2 dicembre 2014, dal quale saranno detratti 400.000 euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi e 200.000 euro per ogni altra discarica messa a norma conformemente alla sentenza.
LA RISARCIBILITÀ DEL DANNO NON PATRIMONIALE PER LA PAURA DI DOVER MORIRE. RISVOLTI PSICOLOGICO-GIURIDICI
di Stefano Mariani (n.I_MMXV)
Corte di Cassazione - sentenza n. 13537/2014. Nella valutazione psicologica del danno è necessario coniugare un’accurata descrizione della personalità dal punto di vista psicologico o psicopatologico, con le conseguenze che il fatto illecito ha determinato sugli stessi equilibri psichici del soggetto esaminato. La valutazione del danno non patrimoniale, intesa quindi come una valutazione ad personam, nella sentenza in oggetto mostra particolari risvolti.
LE VITTIME DI STALKING NON DEVONO DIMOSTRARE LA NATURA DEL DISAGIO PSICHICO
di Angela Gabriele (n.I_MMXV)
Corte di Cassazione - sentenza n. 20531/2014. Il perdurante e grave stato di ansia o di paura, il fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto e l’alterazione delle abitudini di vita costituiscono “eventi di danno alternativamente contemplati dall’art. 612 - bis cod. pen.”; dall’altro, ai fini della integrazione del reato de quo “non si richiede l’accertamento di uno stato patologico ma è sufficiente che gli atti ritenuti persecutori [...] abbiano un effetto destabilizzante della serenità e dell’equilibrio psicologico della vittima”.
L’USO DELLA PEC NEL PROCESSO PENALE AL VAGLIO DELLA CASSAZIONE
di Luigi Petrucci e Angelo Piraino (n.I_MMXV)
L’uso della PEC nel processo penale è già stato oggetto di varie decisioni della Cassazione (dalla più recente): Cass. Sez. 6, n. 6712 del 28/01/2015 - Cass. Sez. 2, n. 47427 del 07/11/2014 - Cass. Sez. 2, n. 32430 del 09/07/2014 - Cass. Sez. 2, n. 28943 del 12/06/2014 – Cass. Sez. U, n. 40187 del 27/03/2014 - Cass. Sez. 3, n. 7058 del 11/02/2014.
COMMETTE REATO L’AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO CHE NON CONSEGNA LA DOCUMENTAZIONE CONTABILE DOPO LA FINE DEL MANDATO
di Pietro Errede (n.IV_MMXIV)
Con la sentenza n. 31192/2014 la Cassazione ha confermato la responsabilità di un amministratore di condominio palermitano, per i reati di appropriazione indebita aggravata e mancata esecuzione di un provvedimento giurisdizionale. L’amministratore si era infatti rifiutato di restituire i documenti contabili inerenti all’amministrazione di un condominio.
LA RESPONSABILITÀ DEL PROVIDER: INQUADRAMENTO GIURIDICO ED AGGIORNAMENTI GIURISPRUDENZIALI
di Roberto Cosa e Luca Viola
La giurisprudenza e la dottrina si interrogano e si confrontano da tempo sulla possibilità di imputare responsabilità penale e/o civile in capo agli ISP per le condotte illecite dei fruitori dei loro servizi. Esaminiamo alcuni aspetti di giurisdizione applicabile in caso di server all’estero e non.
GLI STATI MEMBRI NON POSSONO OBBLIGARE LE SOCIETÀ STABILITE IN UN ALTRO STATO A CREARE SUL LORO TERRITORIO SUCCURSALI O FILIALI
di Elena Bassoli (N.III_MMXIV)
Corte di giustizia dell’Unione europea, sentenza nella causa C-475/12 del 30 aprile 2014: gli Stati membri non possono imporre a tali fornitori la creazione di una succursale o di una filiale sul loro territorio, in quanto un siffatto obbligo sarebbe contrario alla libera prestazione dei servizi.
È INAMMISSIBILE LA PROVA TESTIMONIALE PER DIMOSTRARE LA NON ATTENDIBILITÀ DEL CTU
di Pietro Errede (N. II_MMXIV)
Corte di Cassazione, Sezione III Civile, sentenza n. 8406 dell’11 febbraio 2014 e depositata il 10 aprile 2014. È inammissibile la prova testimoniale volta a dimostrare l’inattendibilità del CTU, venendo in rilievo l’affidabilità personale del consulente soltanto come sintomo della sua carenza di imparzialità, da far valere mediante procedimento di ricusazione.
NEL PROCESSO PENALE LE PARTI NON POSSONO COMUNICARE TRAMITE LA PEC
di Michele Iaselli (N. II_MMXIV)
Corte di Cassazione, Sezione III Penale, sentenza n. 7058 dell’11 febbraio 2014 e depositata il 13 febbraio 2014. La Corte ha affermato che nel processo penale non possono essere effettuate notificazioni e comunicazioni con le parti private mediante l’utilizzo della posta elettronica certificata.
INAMMISSIBILE LA PROPOSTA DELLE REGIONI DI INDIRE UN REFERENDUM CONTRO IL TAGLIO DEI TRIBUNALI
di Pietro Errede (N. I_MMXIV)
Corte Costituzionale, sentenza n. 12 del 15 gennaio 2014. La Consulta ha dichiarato inammissibile la proposta delle Regioni di indire un referendum contro il taglio dei tribunali previsto dalla riforma. L’abrogazione della riforma della geografia giudiziaria - chiesta da Abruzzo, Piemonte, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Campania, Liguria, Basilicata e Calabria - “priverebbe totalmente l’ordinamento dell’assetto organizzativo indispensabile all’esercizio di una funzione fondamentale dello Stato, qual è quella giurisdizionale”, con “irrimediabile lesione del diritto fondamentale di agire e di difendersi in giudizio”.
Il nuovo reato di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.) e i suoi rapporti con la concussione (art. 317 c.p.)
di Simona Usai ( n.IV_MMXIII )
Corte di Cassazione, Sezioni Unite, udienza del 24 ottobre 2013 - informazione provvisoria. Secondo le Sezioni Unite della Corte di Cassazione - dall’informazione provvisoria diffusa a seguito dell’udienza del 24 ottobre 2013 - la fattispecie di induzione indebita di cui all’art. 319-quater cod. pen. è caratterizzata da una condotta di pressione non irresistibile da parte del pubblico ufficiale o dell’incaricato di un pubblico servizio, che lascia al destinatario della stessa un margine significativo di autodeterminazione e si coniuga con il perseguimento di un suo indebito vantaggio, mentre nel reato di concussione ai sensi dell’art. 317 cod. pen., si è in presenza di una condotta del pubblico ufficiale che limita radicalmente la libertà di autodeterminazione del destinatario.
IL DIRITTO ALL’OBLIO TROVA UN LIMITE NEL DIRITTO DI CRONACA SE È RINNOVATA L’ATTUALITÀ
di Pietro Errede ( n.III_MMXIII )
Corte di cassazione, Terza Sezione Civile, sentenza n. 16111 del 9 maggio 2013 e depositata il 26 giugno 2013. In tema di diffamazione a mezzo stampa, il diritto del soggetto a pretendere che proprie, passate vicende personali siano pubblicamente dimenticate (nella specie, c.d. diritto all’oblio in relazione ad un’antica militanza in bande terroristiche) trova limite nel diritto di cronaca solo quando sussista un interesse effettivo ed attuale alla loro diffusione, nel senso che quanto recentemente accaduto (nella specie, il ritrovamento di un arsenale di armi nella zona di residenza dell’ex terrorista) trovi diretto collegamento con quelle vicende stesse e ne rinnovi l’attualità, in caso diverso risolvendosi il pubblico ed improprio collegamento tra le due informazioni in un’illecita lesione del diritto alla riservatezza.
La “scatola nera” è priva di efficacia probatoria
di Claudio Cazzolla ( n.III_MMXIII )
Prima il Giudice di Pace di Noci (Sent. n. 32/2011) e poi il Tribunale di Bari – Sezione di Putignano – (Sent. n. 145/2013), hanno escluso l’efficacia probatoria della “scatola nera”, in quanto atto di parte, privo di rigore scientifico certo e dimostrato, non soggetto a taratura o controlli periodici riscontrabili e che, peraltro, invocato proprio a favore della parte che lo ha addotto. Nemmeno la “Consulenza Ergonometrica” a firma dell’ingegnere nominato dal Giudice di Pace come Consulente Tecnico d’Ufficio, può scardinare le risultanze processuali, tra cui la C.T.U. medica disposta all’interno dello stesso processo. I dati forniti dalla “scatola nera”, dunque, non hanno il crisma di prova documentale, ma sono semplici elementi di prova suscettibili di essere superati dalle altre emergenze processuali.
EVASIONE FISCALE: LEGITTIMO IL SEQUESTRO DEL PC E DELLA PEN DRIVE SE UTILE ALL’ESPLETAMENTO DI ULTERIORI INDAGINI
di Michele Iaselli ( n.III_MMXIII )
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, sentenza n. 21103 del 26 marzo 2013 e depositata il 16 maggio 2013. Con la sentenza n. 21103/2013 la Suprema Corte conferma la validità del sequestro probatorio disposto dalla Procura della Repubblica ed ammesso dal Tribunale del riesame di Napoli per il reato di dichiarazione fiscale infedele al fine di evasione delle imposte, formulata sulla base di una circostanziata informativa della Guardia di finanza. In sostanza si prospettava la concreta possibilità che, attraverso un’operazione di “ripulitura”, erano stati cancellati dal computer sequestrato centinaia di files sui quali erano annotati gli importi dei ricavi delle prestazioni mediche eseguite nei confronti dei pazienti, così da nascondere il reale volume degli affari.
INTEGRA IL DELITTO DI FAVOREGGIAMENTO PERSONALE IL TENTATIVO DEL SACERDOTE DI DISSUADERE DALLA DENUNCIA PER VIOLENZA SESSUALE
di Pietro Errede ( n.II_MMXIII )
Corte di Cassazione, Sentenza VI Penale, sentenza n. 16391 del 21 marzo 2013 e depositata il 10 aprile 2013. La VI sezione ha ritenuto integrato il delitto di favoreggiamento personale nel tentativo di un sacerdote di dissuadere una sua parrocchiana dallo sporgere denuncia per una violenza sessuale subita dalla figlia minorenne.
Modello organizzativo 231: anche i giudici verso l’obbligatorietà
di Simona Usai ( n.II_MMXIII )
Corte di Cassazione, Sezione II, sentenza n. 35999 del 6 luglio 2012 e depositata il 20 settembre 2012. La mancata “preventiva” adozione di modelli organizzativi, in presenza dei presupposti oggettivi e soggettivi dell’essere stato il reato commesso nell’interesse o vantaggio della società e della posizione apicale dell’autore del reato, è sufficiente a costituire quella “rimproverabilità” di cui alla Relazione ministeriale al decreto legislativo e ad integrare la fattispecie sanzionatoria.
INTEGRA IL DELITTO EX ART. 494 C.P. PUBBLICARE SULLA CHAT LINE IL RECAPITO TELEFONICO DI ALTRA PERSONA ASSOCIATO A UN NICKNAME DI FANTASIA
di Michele Iaselli ( n.II_MMXIII )
Corte di Cassazione, Sezione V Penale, sentenza n. 18826 del 28 novembre 2012 e depositata il 29 aprile 2013. La Corte ha affermato che, nell’ottica di una interpretazione meramente estensiva dell’art. 494 cod. pen., debba ritenersi integrare il delitto di “sostituzione di persona” la condotta di chi inserisca nel sito di una chat line a tema erotico il recapito telefonico di altra persona associato ad un nickname di fantasia, qualora abbia agito al fine di arrecare danno alla medesima, giacché in tal modo gli utilizzatori del servizio vengono tratti in inganno sulla disponibilità della persona associata allo pseudonimo a ricevere comunicazioni a sfondo sessuale.
LA DIFFAMAZIONE TRAMITE FACEBOOK PUÒ CONFIGURARSI COME REATO AGGRAVATO DALL’USO DEL MEZZO STAMPA
di Michele Iaselli ( n.I_MMXIII )
Tribunale di Livorno, Ufficio del G.I.P., sentenza n. 38912 del 2 ottobre 2012 e depositata il 31 dicembre 2012. Il tribunale di Livorno, con sentenza di primo grado, stabilisce che l’uso di espressioni di valenza denigratoria e lesiva della reputazione professionale della parte civile per mezzo di Facebook integra gli estremi del delitto di diffamazione, aggravato dall’avere arrecato l’offesa con un mezzo di pubblicità della fattispecie considerata dell’art. 595 c.p. e equiparato, sotto il profilo sanzionatorio, alla diffamazione commessa con il mezzo stampa.
LA CORTE COSTITUZIONALE CONFERMA LA DISTRUZIONE DELLE INTERCETTAZIONI PER IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
di Pietro Errede ( n.I_MMXIII )
Corte Costituzionale, sentenza n. 1 del 15 gennaio 2013, Udienza Pubblica del 4 dicembre 2012. La Corte Costituzionale ha dichiarato che non spettava alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Palermo di valutare la rilevanza delle intercettazioni di conversazioni telefoniche del Presidente della Repubblica, operate nell’ambito del procedimento penale n. 11609/08, e che non spettava alla stessa Procura di omettere di chiedere al giudice l’immediata distruzione della documentazione relativa alle intercettazioni indicate, ai sensi dell’art. 271,comma 3, del codice di procedura penale, senza sottoposizione della stessa al contraddittorio tra le parti e con modalità idonee ad assicurare la segretezza del contenuto delle conversazioni intercettate.

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